Il trasporto stradale dei prodotti alimentari costa il doppio rispetto a quello ferroviario
Un’economia basata sui combustibili fossili pesa tanto sull’ambiente quanto sulle tasche dei cittadini, e non solo per le bollette del gas e dell’energia elettrica in salita. Anche sul carrello della spesa incidono profondamente i costi dei carburanti, a partire da quelli impiegati per il trasporto degli alimenti.
Basti osservare che, in valore, il trasporto stradale è pari a circa 140 euro a tonnellata, due volte quello del trasporto ferroviario (67 euro/ton) secondo l’analisi del Centro Studi Divulga su dati Banca d’Italia.
«Un problema legato anche al gap infrastrutturale che penalizza oggi l’Italia rispetto agli altri Paesi europei proprio a partire dall’agroalimentare, per il quale la logistica risulta cruciale anche a causa dell’alta deperibilità dei prodotti e dell’elevata capillarità del tessuto produttivo agricolo. Basti dire – commenta Coldiretti – che per il settore ortofrutticolo i costi dei trasporti arrivano ad incidere attorno a un terzo del totale. Ritardi che pesano sui bilanci delle imprese agroalimentari italiane per 9 miliardi di euro all’anno di “export perduto”, pari al 10% della perdita complessiva stimata per il Paese, secondo Divulga».
Per poter ridimensionare lo squilibrio logistico del nostro Paese è importante – secondo Coldiretti – sfruttare le opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per riequilibrare un modello nazionale eccessivamente sbilanciato, con un contributo ancora troppo limitato delle altre modalità di spostamento delle merci, rete ferroviaria in primis.
Anche perché i costi dei carburanti (e dunque del trasporto merci) in salita frenano non solo il potere d’acquisto dei consumatori nazionali, ma anche la dinamica del commercio internazionale: «L’aumento del prezzo del carburante pesa anche sull’export agroalimentare, con quasi il 40% dei cibi e delle bevande Made in Italy spediti all’estero che viaggia su strada – sottolinea nel merito la più grande associazione nazionale di rappresentanza agricola – Un aggravio che va a colpire le imprese dell’intera filiera dopo un 2024 in cui le esportazioni hanno fatto segnare il record di sempre, per un valore stimato intorno ai 70 miliardi di euro».