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Ue: le importazioni di Gnl calano del 19%, domanda di gas al livello più basso degli ultimi 11 anni

Il dato evidenziato dal nuovo report dell’Institute for energy economics and financial analysis (Ieefa). La diminuzione si è verificata nel 2024 grazie anche alla diffusione delle energie rinnovabili e alle politiche di riduzione del consumo
 |  Crisi climatica e adattamento

Un nuovo report dell’Institute for energy economics and financial analysis (Ieefa) mostra quanto siano velleitarie le pressioni che Donald Trump sta esercitando sull’Europa affinché acquisti dagli Stati Uniti più gas naturale liquefatto (Gnl) e quanto sia insensata la strategia del governo italiano tutta tesa ad aumentare gli investimenti proprio in questo settore. Nel documento appena diffuso viene evidenziato che nel 2024 le importazioni di Gnl in Europa sono diminuite del 19% e che la domanda di gas è al livello più basso degli ultimi 11 anni. Le politiche di riduzione della domanda di gas e l’implementazione di energie rinnovabili hanno contribuito a questo risultato, sottolinea lo studio. Che segnala anche che nel 2024 quasi la metà delle importazioni europee di Gnl (46%) proveniva dagli Stati Uniti, con un calo del 18% rispetto all’anno precedente. E che la metà dei terminali di rigassificazione di Gnl dell’eE ha registrato un tasso di utilizzo inferiore al 40% lo scorso anno. C’è però un altro dato su cui punta i riflettori l’Ieefa: le importazioni di Gnl russo nell’Ue sono aumentate del 18% nel 2024. Con Francia, Spagna e Belgio che si sono segnalati come i principali Paesi importatori.

Tutti i dati dettagliati sono presenti nell’aggiornamento dell’European Lng Tracker dell’Ieefa. I paesi europei che hanno ridotto maggiormente le loro importazioni di Gnl nel 2024 sono stati il Regno Unito (del 47% su base annua), il Belgio (del 29%) e la Spagna (del 28%).

«Gli sforzi dell’Ue per ridurre la domanda di gas sono stati cruciali per mantenere la sicurezza dell’approvvigionamento energetico del continente», ha dichiarato Ana Maria Jaller-Makarewicz, lead energy analyst per l’Europa presso Ieefa. «Tuttavia, poiché la domanda di gas dell’Ue è rimasta stabile lo scorso anno, è necessario un ulteriore impegno per diversificare le fonti energetiche e ridurre l’esposizione dell’Europa alla volatilità del mercato del Gnl».

Il calo della domanda di Gnl contrasta con l’ondata di investimenti in nuove infrastrutture di importazione, a cui sta contribuendo in modo sostanziale anche l’Italia. Sebbene a livello comunitario la costruzione sia rallentata lo scorso anno, i piani attuali prevedono un aumento della capacità di importazione di Gnl in Europa del 60% tra il 2021 e il 2030. E questo, paradossalmente, nonostante si preveda che la domanda di Gnl diminuisca ulteriormente entro il 2030.

L’Ieefa prevede che ciò potrebbe portare la capacità di rigassificazione dell’Europa nel 2030 ad avere un tasso di utilizzo medio del 30%. I paesi che hanno installato o ampliato terminali dal 2021 includono, oltre all’Italia, anche Germania, Paesi Bassi, Turchia, Francia, Belgio, Grecia, Finlandia, Polonia e Croazia. La minore domanda ha fatto sì che la metà dei terminali di importazione di Gnl delleUe avesse un tasso di utilizzo inferiore al 40%, inclusi alcuni dei nuovi impianti. «Investire in nuovi terminali Gnl senza considerare le tendenze della domanda aumenta il rischio di sovrainvestimenti e di infrastrutture sottoutilizzate, man mano che la transizione energetica accelera», sottolinea Jaller-Makarewicz.

Un altro dato su cui l’Ieefa invita a riflettere riguarda l’aumento delle importazioni di Gnl russo, che mal si concilia con l’obiettivo dell’Ue di porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi entro il 2027. «Un terzo delle importazioni dell’Ue di Gnl russo nel 2024 erano scambi spot. Gli Stati membri dovrebbero dare priorità all’eliminazione di questi flussi, che non sono soggetti a contratti a lungo termine», spiega Jaller-Makarewicz. Francia, Spagna e Belgio hanno rappresentato l’85% delle importazioni europee di Gnl russo lo scorso anno. E l’Ieefa stima che i paesi dell’Ue abbiano speso 6,3 miliardi di euro per il Gnl russo tra gennaio e novembre 2024.

Un’ultima sezione del report Ieefa è dedicata all’effetto della cessazione del transito di gas russo attraverso l’Ucraina sulle importazioni di Gnl: le importazioni europee di Gnl sono diminuite di circa 32 miliardi di metri cubi nel 2024. Questo è più del doppio del volume di gas russo che ha transitato attraverso l’Ucraina lo scorso anno (circa 15 miliardi di metri cubi). Dato che questa fornitura tramite gasdotto deve essere sostituita e che gli stoccaggi di gas devono essere riempiti in vista del prossimo inverno, si prevede che la domanda europea e dell’Ue di Gnl aumenterà nel 2025, ma a un livello inferiore rispetto al probabile picco di consumo di Gnl registrato nel 2022 e 2023.

Redazione Greenreport

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