Al via domani la raccolta firme per il referendum contro l’autonomia differenziata
La legge sull’autonomia differenziata, approvata a fine giugno dalla maggioranza Meloni – e ferocemente contestata dagli ambientalisti – rappresenta l’ennesimo freno a mano tirato sullo sviluppo sostenibile del Paese spezzettando le tutele ambientali, quelle per la salute e molte altre.
Per contrastare questo pericolo è nato un ampio Comitato promotore composto da 34 soggetti – cui ha aderito anche il Forum Disuguaglianze e Diversità – con lo scopo di raccogliere 500mila firme entro settembre per poi indire un referendum abrogativo.
L’avvio della campagna referendaria si terrà a Napoli martedì 23 luglio alle ore 18 in piazza Municipio, ma la raccolta firme è al via già in questo fine settimana (20 e 21 luglio) con banchetti in tutta Italia.
«L’autonomia differenziata, togliendo il fondo di perequazione economica, sostanzialmente dicendo ‘chi ha di più ha più servizi, chi ha di meno si arrangi’, aumenta le disuguaglianze non solo tra Nord e Sud ma anche tra aree urbane e interne, e all’interno delle stesse Regioni e delle medesime aree urbane. Facendo questo, nei fatti, svuota di senso la nostra Costituzione», commenta Andrea Morniroli, co-coordinatore del ForumDD e tra i 34 primi firmatari del quesito del referendum.
Come mostra la nota di approfondimento curata per il Forum dall’economista Mariella Volpe, ad esempio, già oggi la spesa pubblica italiana è di molto inferiore a quella di altri paesi europei e questo determina un aumento delle disuguaglianze all’interno delle Regioni, fra aree urbane e interne; un divario destinato a unirsi con l’autonomia differenziata. Ad esempio la Lombardia potrebbe pagare di più i propri medici, e se il Piemonte, più povero, non riuscisse a emulare la Lombardia si troverebbe a dover fronteggiare un’ulteriore carenza di medici.
Oltre all’ambiente e alla salute dei cittadini, l’autonomia differenziata danneggerà anche le piccole e medie imprese, che pur essendo l’ossatura dell’economia del Paese, saranno ostacolate non soltanto dall’assenza di politiche ma anche da un insieme di norme diverse che impediranno una reale concorrenza su un mercato sempre più sovranazionale.
«L'autonomia differenziata – conclude Morniroli – frammenta le politiche nazionali, divide l’Italia e danneggia sia il Sud che il Nord, impoverisce il lavoro, compromette le politiche ambientali, colpisce l’istruzione e la sanità pubblica, smantella il welfare universalistico, penalizza i comuni e le aree interne, aumenta la burocrazia e complica la vita alle imprese, frena lo sviluppo. Per tutte queste ragioni il Forum Disuguaglianze e Diversità ritiene urgente fermare questa legge contraria allo spirito Costituzionale e distante anni luce da chi lotta contro le disuguaglianze».