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Mare Climaticum Nostrum. Oggi in Parlamento la presentazione del primo EuroMediterranean Water Forum Roma 2026. Parte il biennio con l’Italia al centro di politiche, strategie, soluzioni per proteggere e gestire la risorsa idrica

 |  Editoriale

Oggi su Greenreport seguirete la diretta streaming del convegno-presentazione "Acqua: cura della risorsa e accesso universale. Verso il Forum Euromediterraneo dell’Acqua di Roma 2026", dall'Aula dei gruppi parlamentari presso la Camera dei Deputati. È organizzato dal comitato “One Water”, col supporto del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dell’organizzazione intergovernativa per la ricerca e l'innovazione nel Mediterraneo CIHEAM, dei ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare e Foreste, delle Infrastrutture e Trasporti, della Protezione civile e delle Politiche del Mare, dell’Università e della Ricerca, di Roma Capitale e Regione Lazio. Presenteranno l’evento assegnato all’Italia anche Stephen Borg, vicesegretario generale dell’Unione per il Mediterraneo – l’organizzazione intergovernativa che raggruppa tutti i Paesi dell’Unione Europea e 15 Paesi del bacino del Mediterraneo –, il vicedirettore centrale della FAO Maurizio Martina, Retno Marsudi in qualità di inviata speciale per l’Acqua dell’Onu, Jessika Roswall come Commissaria Ue per Ambiente, Resilienza idrica, Economia circolare e Competitività, e il Nobel dell’acqua 2023 Andrea Rinaldo.

La presentazione, introdotta dalla presidente del Comitato One Water Maria Spena e coordinata dalla giornalista Rai Roberta Serdoz, dà il via al percorso che porterà al primo Forum Euromediterraneo dell'Acqua che il comitato “One Water”, con l'Istituto Mediterraneo dell'Acqua di Marsiglia e la partnership strategica dell’Unione per il Mediterraneo, sta organizzando con eventi internazionali preparatori previsti già dal 2025.

progamma convegno water

Il Forum Euromediterraneo, per la prima volta, coinvolge tutti i 45 Stati dell'Unione Europea e dei Balcani, e vedrà anche la presenza dei Paesi della penisola arabica e dell’Africa subsahariana. Il Comitato “One Water” sta predisponendo una piattaforma di dialogo e scambi di buone pratiche tra governi, multiutility, grandi e piccole aziende, consorzi di bonifica, gestori dell’idroelettrico, industria, associazioni ecologiste e di consumatori.

La risorsa acqua trasporta con sé temi e problemi apertissimi: accesso universale, agricoltura e filiera agroalimentare, industria, servizio idrico integrato, depurazione e difesa dall’inquinamento, riuso delle acque depurate, dissalazione, energia idroelettrica, difesa dalle alluvioni e dal dissesto idrogeologico, connessioni tra acqua e migrazioni, acqua-cibo, acqua-salute, cooperazione internazionale innovativa, sviluppo e applicazioni di tecnologie e modellistiche di previsione e gestione sostenibile della risorsa, space economy, investimenti, ricerca.

L’area del Mediterraneo è tra gli hot spot di stress idrici del Pianeta e la fase di riscaldamento globale produce lunghe siccità e improvvise violentissime alluvioni, fenomeni di cuneo salino e rialzo delle acque marine dovuto allo scioglimento dei ghiacciai. Le necessità sono evidenti: ridurre l’inquinamento e aumentare la qualità della risorsa disponibile, gestire le acque meteoriche e fluviali nelle fasi critiche nelle aree urbane, migliorare le gestioni e le capacità industriali ad ogni livello, aumentare la consapevolezza con una buona comunicazione ai cittadini, avviare partnership per la formazione professionale agli utilizzi dell’acqua, aumentare gli investimenti.

Su questi temi, il comitato One Water ha programmato numerose iniziative a partire dal 2025: dalla presenza alla prossima COP sul clima delle Nazioni Unite a Belém in Amazzonia alle conferenze Arab Water Council, Water Week del Cairo, One Water Summit, Conferenza Oceani dell’ONU a Nizza, stakeholder meeting EuroMediterranei con il primo a Bruxelles, workshop internazionali in città italiane, e altro ancora.

comitato one water

L’Italia, quindi, per i prossimi due anni sarà una sorta di hub tecnico-scientifico e di linee guida per le migliori pratiche e politiche per l’acqua nell’area Euro-Mediterranea. Sarà al centro della svolta possibile per tutelare concretamente la risorsa, favorendo scambi ad ogni livello per spingere verso un nuovo ‘Blue deal Euromediterraneo” che porti con sé anche capacità di dialogo e pace. L’acqua in sé è il più potente simbolo di fraternità, può unire i popoli perché nulla come l’acqua contiene la vita.

Mai come oggi la nostra regione Mediterranea ha bisogno di contrastare gli effetti del clima. L’area del Mare Nostrum e del continente europeo continuerà a riscaldarsi di circa il 20% in più della media globale, comprese le acque marine, e le temperature medie e le ondate di calore hanno già reso più aride molte fasce costiere per l’effetto combinato della diminuzione delle precipitazioni e dell’aumento dell’evapotraspirazione. Allo stesso tempo, in alcune aree come la nostra Penisola, le precipitazioni estreme aumentano con vittime e danni impressionanti. E la dimensione degli impatti aumenterà con l’aumentare della temperatura media del Pianeta.

Non possiamo stare fermi e subire. Il cambiamento climatico non è più una minaccia ma vittime e danni quasi da collassi finanziari, e vanno attivate azioni per mitigare i crescenti rischi. Nel merito, il Centro Euromediterraneo sui Cambiamenti Climatici, presieduto da Antonio Navarra, valuta almeno 5 categorie di grandi rischi-chiave, e ciascun rischio aumenta con l’aumentare del livello di riscaldamento globale.

Ondate di calore persistenti su popolazioni e ecosistemi 

Le previsioni di decessi di persone a rischio stress da calore prevede un aumento verso l’innalzamento della temperatura intorno ai 3°C. Il riscaldamento potrà modificare habitat terrestri e marini con effetti la cui gravità sarà consistente già sopra il livello di riscaldamento globale di 2°C. Le misure di adattamento allo stress termico della popolazione e il contenimento dei rischi da ondate di calore necessitano di molteplici interventi di tutela della salute e su edifici e spazi urbani. Misure da anticipare in Paesi come l’Italia, dove il rischio è maggiore.

ondate calore

Rischi per la produzione agricola

La combinazione di caldo e siccità proietta perdite sostanziali in termini di produzione agricola e aree in desertificazione. Le sole ultime 9 gravi siccità in Italia, dal 2000 al 2022-23, sono già “costate” all’Italia oltre 20 miliardi di euro danni, dei quali circa metà nel settore della produzione agricola.

siccità agricoltura

Rischi di scarsità di risorse idriche

Nell’Europa meridionale il rischio è già elevato con un livello di riscaldamento globale di 1,5°C. In molti Paesi la domanda di risorse idriche eccede già oggi le disponibilità. Nel caso di innalzamento di temperatura verso i 3°C, il rischio diventerà alto anche nell’Europa centro-occidentale. Già oggi occorrono strategie di adattamento con interventi e nuove tecnologie e infrastrutture per evitare o ridurre crisi idriche e drammatiche siccità. Il numero di giorni con insufficienti risorse idriche (disponibilità inferiore alla richiesta) e siccità aumenterà in tutti gli scenari di riscaldamento globale. Nelle prospettive di un aumento della temperatura globale tra 1,5°C e 2°C la scarsità idrica riguarderà, rispettivamente, il 18% e il 54% della popolazione. E anche l’aridità del suolo aumenterà con l’aumentare del riscaldamento globale: in uno scenario di innalzamento a 3°C del 40% sullo scenario con temperatura a 1,5°C.

siccità sicilia

Rischi prodotti da frequenza e intensità di inondazioni

Come dimostrano eventi di piogge “esplosive” con alluvioni, inondazioni fluviali e pluviali, erosioni costiere, le modalità delle precipitazioni sono ormai cambiate in frequenza e intensità, e aumentano i rischi per persone, aree urbane, infrastrutture.

alluvione emilia

Rischi di innalzamento del livello del mare

Il livello del mar Mediterraneo è aumentato di 1,4 mm all’anno nel corso del XX secolo. E aumenterà seguendo l’aumento del valore medio globale della temperatura. L’incremento già risulta accelerato dalla fine del Novecento e continua a crescere con valori omogenei e potrebbe raggiungere - con scarse o senza azioni di mitigazioni – altezze da 80 centimetri a 1 metro verso la fine secolo. L’innalzamento progressivo ha già impatti sulle fasce costiere del Mediterraneo, ma in futuro aumenteranno i rischi di inondazioni stabili, erosioni e salinizzazioni, e di scomparsa di tratti di coste sabbiose e rischi per aree portuali, turistiche, agricole e urbane costiere. In Italia, è una delle emergenze principali che può essere contrastata anche con opere ingegneristiche e sistemi soft, prevedendo arretramenti sulla linea di costa. E, nel frattempo, il MOSE a Venezia dimostra che sono possibili soluzioni di mitigazione e difesa.

ingv innalzamento mare mediterraneo

Erasmo D'Angelis

Erasmo D’Angelis, giornalista - Rai Radio3, inviato de il Manifesto e direttore de l’Unità -, divulgatore ambientale e autore di libri, guide e reportage, tra i maggiori esperti di acque, infrastrutture idriche, protezione civile. Già Segretario Generale Autorità di bacino Italia Centrale, coordinatore per i governi Renzi e Gentiloni della Struttura di Missione “italiasicura” contro il dissesto idrogeologico, Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti del governo Letta, Presidente di Publiacqua e per due legislature consigliere regionale in Toscana. È Presidente della Fondazione Earth Water Agenda, tra i promotori di Earth Technology Expo e della candidatura dell’Italia al World Water Forum.