Skip to main content

Musk chiama, qualcuno risponde: il partito di estrema destra AfD alla volata per le elezioni tedesche del 23 promettendo l’addio ad Accordo di Parigi, Oms e patto migratorio Onu

 |  Editoriale

Musk chiama, la destra europea risponde. Il capo di Tesla convertito al «drill, baby, drill» trumpiano scrive sul social di sua proprietà X «Make Europe Great Again», «rendi l’Europa di nuovo grande» riecheggiando il «Make America Great Again» col quale il tycoon è tornato alla Casa bianca. E l’Alternative für Deutschland (AfD) rilancia in casa nostra le politiche del Donald 2.0. Il partito di estrema destra promette che farà uscire la Germania dall’accordo sul clima di Parigi e da altri trattati internazionali in caso di vittoria elettorale al voto del 23 febbraio. Praticamente nelle stesse ore in cui Musk ha lanciato lo slogan “Mega”, la candidata alla Cancelleria dell’AfD, Alice Weidel, ha rilanciato nel corso di un comizio: «Il primo giorno ci ritireremo dal sistema europeo di asilo, porremo fine alla nostra partecipazione al patto migratorio Onu, ci ritireremo dall’Organizzazione mondiale della sanità e stracceremo l’accordo di Parigi sul clima». 

Il partito di ultradestra tedesco non è nuovo a simili proclami. A metà gennaio Weidel si è scagliata contro «i mulini a vento della vergogna», ovvero quelle stesse pale eoliche che di fatto costituiscono la prima fonte di elettricità in Germania, e in più di un’occasione ha bollato le politiche climatiche come un modo per «gettare soldi dalla finestra», accusato il Green deal di causare danni alle aziende tedesche, dichiarato di voler rilanciare anziché restringere il consumo di combustibili fossi. 

Gli attacchi alle tesi scientifiche che mostrano il ruolo giocato nel cambiamento climatico dalle emissioni dovute alle attività umane vanno a braccetto con quelli contro le politiche migratorie europee e delle Nazioni unite. Proprio sulla questione migranti, la scorsa settimana, il Parlamento tedesco ha registrato due eventi che hanno lasciato il segno, in vista della sfida alle urne che ci sarà tra venti giorni. Il primo: la Cdu ha votato insieme all’AfD una proposta di legge che prevedeva una stretta ai flussi migratori, facendo saltare il tradizionale “cordone sanitario” che dal secondo dopoguerra in poi aveva sempre tenuto le forze maggioritarie a distanza dalle formazioni di estrema destra. Il secondo: dopo che l’ex Cancelliera Angela Merkel ha definito «sbagliata» quella scelta, una parte dei parlamentari Cdu ha fatto mancare il proprio appoggio alla votazione finale e la proposta di legge è stata bocciata con 350 voti contrari e 338 favorevoli. Un brutto colpo per il leader Cdu Friedrich Merz a tre settimane scarse dal voto, mentre l’AfD ha gioito due volte. La prima, quando hanno votato insieme alla Cdu per la stretta antimigranti; e la seconda, quando quella stessa legge è stata bocciata, perché ha dato modo all’estrema destra di dire: vedete, non sono affidabili, solo noi manterremo quello che promettiamo.

Non a caso, puntuale, da Oltreoceano è arrivato un nuovo messaggio di supporto via X da parte di Musk, che ha scritto una serie di post ad hoc per dire che «l’AfD è l’unica speranza» e che «queste elezioni in Germania sono estremamente importanti»: «Potrebbero decidere il futuro dell’Europa. Forse il futuro del mondo intero». Vero. Solo, sarà un brutto futuro, se a prevalere saranno le forze di destra. E le manifestazioni contro l’asse Cdu-AfD a cui hanno partecipato centinaia di migliaia di persone in tutta la Germania, prima attorno al Friday for future e poi nel corso di tutto il fine settimana, per quanto non del tutto indicative di quel che uscirà dalle urne tra tre settimane, sono un bel segnale di speranza.

Simone Collini

Dottore di ricerca in Filosofia e giornalista professionista. Ha lavorato come cronista parlamentare e caposervizio politico al quotidiano l’Unità. Ha scritto per il sito web dell’Agenzia spaziale italiana e per la rivista Global Science. Come esperto in comunicazione politico-istituzionale ha ricoperto il ruolo di portavoce del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca nel biennio 2017-2018. Consulente per la comunicazione e attività di ufficio stampa anche per l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, Unisin/Confsal, Ordine degli Architetti di Roma. Ha pubblicato con Castelvecchi il libro “Di sana pianta – L’innovazione e il buon governo”.