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Negli Usa parte dal clima la resistenza contro Trump, con 24 Governatori pronti a continuare l’impegno a rispettare l’Accordo di Parigi: rappresentano oltre la metà della popolazione e dell’economia a stelle e strisce

 |  Editoriale

Donald Trump ha inserito l’addio all’Accordo di Parigi sul clima tra i 26 ordini esecutivi firmati appena insediatosi come 47esimo presidente degli Stati Uniti, in un déjà vu di quanto già successo nel 2017 con decisione analoga, poi ribaltata dopo l’arrivo di Joe Biden. Ma anche allora dire addio a Parigi fu tutt’altro che facile.

Proprio nel 2017 in risposta a Trump nacque l’Alleanza per il clima degli Stati Uniti, che oggi è composta da 24 Governatori – sia democratici, sia repubblicani – di altrettanti Stati e territori a stelle e strisce: Arizona, California, Colorado, Connecticut, Delaware, Guam, Hawai’i, Illinois, Maine, Maryland, Massachusetts, Michigan, Minnesota, New Jersey, New Mexico, New York, North Carolina, Oregon, Pennsylvania, Puerto Rico, Rhode Island, Vermont, Washington e Wisconsin.

Mentre Trump firmava i suoi ordini esecutivi, questa stessa Alleanza ha inviato una lettera al segretario esecutivo delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici, Simon Stiell, chiarendo alla comunità globale che l’azione per il clima continuerà negli Stati Uniti.    

«Scriviamo come co-presidenti della United States Climate Alliance – dichiarano la governatrice di New York Kathy Hochul e la governatrice del New Mexico Michelle Lujan Grisham – una coalizione bipartisan di due dozzine di governatori che rappresentano quasi il 60% dell'economia e il 55% della popolazione statunitense, per chiarire a voi e al resto del mondo che continueremo il lavoro dell'America per raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi e ridurre l'inquinamento climatico. Non volteremo le spalle agli impegni dell'America. Per la nostra salute e il nostro futuro, andremo avanti».

Nella lettera, i governatori hanno osservato che l'Alleanza è ben preparata per questo momento, citando l'ampia autorità dei Governatori ai sensi della Costituzione degli Stati Uniti per continuare a promuovere soluzioni climatiche innovative e di impatto e hanno sottolineato la lunga storia di azioni e risultati dell'Alleanza. Infine, i governatori si sono impegnati a monitorare e riferire sui loro progressi alla comunità internazionale, anche alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in Brasile (COP30) in agenda quest’anno.  

Tra il 2005 e il 2022, l'Alleanza ha ridotto le sue emissioni nette collettive di gas serra del 19%, aumentando al contempo il Pil del 30%, ed è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo climatico a breve termine riducendo le emissioni collettive di gas serra del 26% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2025. Inoltre, gli stati e i territori della coalizione stanno impiegando collettivamente più lavoratori nel settore dell'energia pulita, raggiungendo livelli inferiori di inquinanti atmosferici pericolosi e preparandosi in modo più efficace agli impatti climatici rispetto al resto del paese.  Una resistenza interna che darà filo da torcere alla retorica negazionista del presidente Trump. 

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.