Un Giubileo «per la nostra madre Terra». Da Papa Francesco l’invito a «muoverci senza indugio» verso la transizione ecologica
Con l’apertura della prima Porta santa nella basilica di San Pietro, Papa Francesco questa Vigilia ha dato avvio al Giubileo del 2025: un anno sacro per la dottrina cattolica, che incoraggia i fedeli da tutto il mondo a recarsi in pellegrinaggio a Roma – nella capitale si attendono 35 milioni di pellegrini – e che stavolta è dedicato al tema della “speranza”.
«La speranza cristiana non è un lieto fine da attendere passivamente, non è l’happy end di un film – ha dichiarato il pontefice – la speranza non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi e il calcolo di chi pensa solo a sé stesso; la speranza è incompatibile col quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e contro le ingiustizie consumate sulla pelle dei più poveri».
Da qui l’invito a «muoverci senza indugio» e a impegnarci «nella trasformazione del mondo, perché questo diventi davvero un tempo giubilare: lo diventi per la nostra madre Terra, deturpata dalla logica del profitto; lo diventi per i Paesi più poveri, gravati da debiti ingiusti; lo diventi per tutti coloro che sono prigionieri di vecchie e nuove schiavitù».
Un richiamo, quello alla mancata sostenibilità – che non è solo ambientale, ma anche sociale ed economica –, rafforzato da Papa Francesco anche durante la benedizione “urbi et orbi” arrivata nella solennità del Natale, in cui il pontefice ha sottolineato come la crisi umanitaria in corso in Congo come in Burkina Faso, in Mali come in Niger e Mozambico sia «aggravata dagli effetti devastanti del cambiamento climatico, che provocano la perdita di vite umane e lo sfollamento di milioni di persone».
In un simile contesto, l’invito ai fedeli a «muoverci senza indugio» non può che tradursi nell’accelerare la transizione ecologica, abbandonando i combustibili fossili per fare spazio a efficienza energetica, fonti rinnovabili ed economia circolare.
Ecco dunque che il Movimento Laudato si’ e Azione cattolica italiana, insieme ad un’altra dozzina di realtà cattoliche nazionali – dall’Università Sacro cuore alla Caritas – hanno rinnovato l’Appello a «disinvestire dalle fonti fossili per un’economia di pace».
Lo stesso Tavolo interdicasteriale della Santa sede sull’ecologia integrale invita tutti i cattolici a «promuovere investimenti sociali e ambientalmente responsabili, valutando ad esempio il progressivo disinvestimento dal settore dei combustibili fossili», estendendo ai cattolici la responsabilità di «accelerare una giusta transizione ecologica ed il cambio di rotta per uscire migliori dalla pandemia e dalla guerra, risollevando i nostri fratelli e sorelle più vulnerabili dalle conseguenze della crisi climatica».
Il Giubileo apre dunque a nuove possibilità di conciliare la sostenibilità ambientale con la giustizia socioeconomica. Non ultimo passando dalla proposta appena avanzata su Avvenire dagli economisti Leonardo Becchetti e Giulio Guarini, che propongono uno “scambio” almeno parziale tra debiti economici ed ecologici.
Esiste infatti un debito economico che vede Paesi a basso reddito del Sud del mondo come debitori nei confronti dei Paesi ad alto reddito, mentre al contempo c’è anche un debito ecologico rispetto al quale le posizioni s’invertono. La letteratura economica, evidenziano Becchetti e Guarini, offre diversi modelli possibili di scambio tra debito finanziario e debito ecologico e di pagamento di servizi ecosistemici, che potrebbero essere utilizzati durante il Giubileo.
Insomma, gli strumenti per seminare speranza nel 2025 non mancano, basterebbe la volontà politica e personale di volerli mettere a frutto. E non solo per i cattolici.