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Alla Cop29 suona la sveglia dell’Onu: «La crisi climatica sta rapidamente diventando un killer dell'economia, l'azione per il clima è un'assicurazione contro l'inflazione»

 |  Editoriale

Nonostante le bassissime aspettative che accompagnano l’avvio della Cop29 in corso a Baku, ieri la Conferenza delle parti Onu sui cambiamenti climatici ha raggiunto un primo risultato positivo sull’articolo 6 previsto dall’Accordo di Parigi, necessario a gestire i meccanismi finanziari di cooperazione per raggiungere gli obiettivi di adattamento e mitigazione di ogni Paese.

L’articolo forma de facto un mercato del carbonio, perché permette a una nazione di finanziare progetti di mitigazione altrove per ottenere crediti, o di acquistare le riduzioni di emissioni “in eccesso” di un altro Stato, invece di ridurre le proprie.

Ma si tratta solo di un piccolo passo in avanti, all’interno di una strada negoziale in salita che vede due tappe fondamentali. Tutti i Paesi del mondo sono tenuti a presentare nuovi piani nazionali sul clima – Contributi determinati a livello nazionale (Ndc) – nel corso dei prossimi dodici mesi, mentre già a Baku è attesa la svolta per un nuovo obiettivo di finanza climatica, ovvero il nuovo obiettivo quantitativo collettivo (Ncqg), che è chiamato a soddisfare le esigenze di mitigazione, adattamento e perdite e danni dei paesi in via di sviluppo.

Obiettivi su cui non possiamo permetterci di tardare, come sottolineato nel suo intervento da Simon Stiell, Segretario esecutivo delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici: «Consentire a ogni Paese di intraprendere azioni forti per il clima è al 100% nell'interesse di tutti i Paesi, anche dei più grandi e ricchi. Perché? Perché la crisi climatica sta rapidamente diventando un killer dell'economia. A meno che tutti i paesi non riesca a tagliare drasticamente le emissioni, ogni Paese e ogni famiglia saranno colpiti ancora più duramente di quanto non lo siano attualmente. Vivremo in un incubo inflazionistico permanente. E questo non è un rischio lontano. La crisi climatica è una crisi del costo della vita in questo momento in ogni economia del pianeta».

Poco sorprendentemente, si tratta di un messaggio completamente in linea con quello già arrivato un anno fa da Agenzia internazionale dell’energia (Iea), Banca centrale europea (Bce) e Banca europea degli investimenti (Bei), da cui è arrivato all’unisono un messaggio per accelerare la transizione verso l’energia pulita – abbandonando i combustibili fossili in favore delle energie rinnovabili – non “solo” per obiettivi ambientali, ma per un fine prettamente economico: procrastinare significa solo aumentare il conto che finiremo per dover pagare.

«Mentre i disastri climatici colpiscono duramente le catene di approvvigionamento e la produzione alimentare ogni settimana, l'azione per il clima è un'assicurazione contro l'inflazione globale – sottolinea adesso Stiell – Quindi, sul Ncqg dico a tutte le nazioni: otteniamo un buon risultato. Miliardi di persone non possono permettersi che i loro governi abbandonino la Cop29 senza avere un forte risultato finanziario. E non si tratta solo di evitare il disastro: azioni climatiche più audaci sono una ricetta per economie più forti, più posti di lavoro e uguaglianza, meno inquinamento, migliore salute e un approvvigionamento energetico più sicuro. I nuovi piani climatici nazionali (Ndc) previsti per l'anno prossimo saranno vitali. Ne parleremo tutti di più durante questa Cop».

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.