Skip to main content

Alessandro Rosina

Alessandro Rosina

Alessandro Rosina è professore associato di Demografia nella Facoltà di Economia dell'Università Cattolica di Milano. E' Direttore del centro di ricerca "Laboratorio di statistica applicata alle decisioni economico aziendali". Fa parte del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Statistica. E' membro del Consiglio Direttivo della Scuola di Dottorato di Ricerca in Scienze Statistiche, con sede amministrativa presso l'Università di Padova. Fa parte del consiglio scientifico di varie riviste.

Archivio notizie di Alessandro Rosina

11 Apr, 2023
Rosina: «Crescono instabilità lavorativa e delle relazioni mentre aumentano i costi di un figlio e le complessità tra tempi di vita e di lavoro. Non c’è da stupirsi che i giovani diventino ipercauti»
Possono funzionare politiche che impediscono di avere i figli desiderati, come ha fatto la Cina con la “politica del figlio unico”, ma certamente non funzionano quelle che costringono ad averne. Il Governo cinese è passato dalla preoccupazione per l’eccessiva crescita della popolazione a quella per l’accentuato invecchiamento demografico. Ha anche scoperto che non basta togliere il divieto di avere figli per ottenere una ripresa della fecondità. Un paese con forte controllo sulla popolazione può programmare la crescita di produzione di qualsiasi bene, tranne che delle nascite. Nel frattempo…

13 Set, 2022
Un’analisi per capire cosa intende la politica per “azioni a favore delle nuove generazioni”
Adottando una accezione molto ampia, potremmo dire che tutte le proposte di un programma elettorale riguardano le nuove generazioni, nella loro condizione attuale e in quella futura di adulti e anziani. Restringendo, potremmo occuparci delle proposte che hanno, direttamente o indirettamente, ricadute sulla condizione degli attuali giovani. Qui, anche per lo spazio limitato disponibile, ci limitiamo alle misure per i giovani in quanto giovani ed espressamente rivolte ai giovani. Ovvero quello che partiti e movimenti (i principali secondo i sondaggi disponibili) hanno messo in capitoli dei loro…

23 Feb, 2022
Il contraccolpo ha avuto una portata tale da far scendere le nascite sotto le 400 mila annue, mentre crescono disuguaglianze generazionali, di genere e territoriali
Dopo circa due anni di emergenza sanitaria – la più intensa e duratura della nostra storia repubblicana – possediamo un quadro abbastanza ben delineato del segno che ha lasciato, quantomeno nel breve periodo e sui principali indicatori demografici. L’impegno dell’Istat a rafforzare e aggiornare la propria produzione di dati ufficiali, assieme alla vivace e variegata risposta del mondo accademico in termini di ricerche scientifiche avviate in piena prima ondata (svolte con collaborazioni in remoto) ha consentito di avere alcune prime solide evidenze circa l’impatto prodotto dalla pandemia già…

22 Lug, 2020
Abbiamo investito poco e male sulle voci più importanti per dare solidità al nostro futuro: formazione, conciliazione, politiche attive, ricerca, sviluppo e innovazione
Nessun’altra disciplina quanto la demografia è in grado di mostrare in modo chiaro – quasi inesorabile – quali conseguenze possiamo attenderci nel futuro prossimo dai comportamenti di ieri e di oggi. Nella percezione comune, il fatto di avere meno figli porta a una diminuzione della popolazione. Ma la questione più problematica non è tanto essere di più o di meno, quanto gli squilibri strutturali che si generano, in particolare nel rapporto relativo tra popolazione in età attiva (a cui è affidata la crescita economica e la sostenibilità del sistema sociale) e popolazione anziana (che tende pi…

15 Nov, 2019
Nell’elettorato giovanile l’ambiente tocca una particolare sensibilità: un tema che si associa alla promozione di un benessere equo e sostenibile, che non esclude la crescita economica
I dati sulla condizione dei giovani in Italia continuano ad essere sconfortanti, con indicatori tra i peggiori in Europa su dispersione scolastica, livelli di occupazione, rischio di povertà, saldo negativo verso l’estero. All’uscita dagli anni peggiori della crisi economica non ha corrisposto l’avvio di un solido processo di crescita con al centro la promozione di un ruolo attivo e qualificato delle nuove generazioni. Il Governo giallo-verde su questo fronte non si è distinto in modo particolare. Reddito di cittadinanza e Quota 100, in particolare, nonostante le risorse investite, sono appar…

14 Ott, 2019
Il 19 ottobre manifestazione regionale "Fermiamo la guerra. Giù le mani dal Rojava"
La Regione Toscana realizzerà una targa che verrà posta nel giardino di Palazzo Sacrati Strozzi per ricordare Lorenzo Orsetti e il costituente livornese Ilio Barontini. E' uno degli impegni presi dal presidente Enrico Rossi nel corso dell'incontro che ha avuto oggi pomeriggio nel suo ufficio con Alessandro Orsetti, il padre di Lorenzo, il volontario fiorentino partito circa due anni fa per combattere l'Isis a fianco del popolo curdo e dall'Isis ucciso il 18 marzo scorso. Ad Alessandro Orsetti, che era accompagnato dal Console della comunità curda toscana, Erdel Karabey e da Giulia Chiarini de…

28 Giu, 2019
Nel nostro Paese abbiamo ridotto la presenza delle più giovani generazioni su livelli che il complesso del pianeta vedrà forse solo in una fase avanzata del XXII secolo
Via via che attraversiamo il XXI secolo, la questione demografica si sposta dall’eccesso di crescita del numero di abitanti del pianeta all’impatto pervasivo dell’invecchiamento della popolazione. Nella seconda metà del secolo scorso, la popolazione mondiale è passata da 2,5 a 6,1 miliardi. Se lungo tutta la storia umana la nostra specie è cresciuta fino ad arrivare a 2,5 miliardi nel 1950, in solo mezzo secolo si è aggiunta una popolazione 1,4 volte più grande. Mai si era vista una crescita demografica così intensa in passato, ma verosimilmente non la si vedrà più nemmeno in futuro. Le più r…

5 Dic, 2018
Si accentua il peso della popolazione più vecchia, producendo squilibri generazionali che più si allargano e più costituiscono un freno alla crescita economica e alla sostenibilità del sistema sociale
Secondo i dati recentemente pubblicati dall’Istat¹ nel 2017 sono nati in Italia 458.151 bambini. È un numero alto? Basso? Va bene così? Può forse essere utile fornire alcuni riferimenti per orientarsi nella lettura di tale dato (e poi ognuno si faccia la propria opinione). La smobilitazione del Paese dal basso Partiamo da una considerazione. Se qualsiasi bene economico prodotto nel nostro Paese subisse un crollo, quello che al più si rischia è perdere un settore economico strategico. Anche le nascite possono essere considerate un bene prodotto. Se si azzerano è però tutto il Paese, non solo q…

18 Mag, 2018
«Il “reddito di cittadinanza” può essere uno strumento di effettivo aiuto non solo se emancipa i giovani-adulti dall’aiuto economico delle famiglie, ma se incentiva e impegna all’inserimento attivo nel mondo del lavoro»
È certo non voluto, ma è senz’altro indicativo il fatto che il “contratto-agenda” del possibile futuro governo di M5s e Lega sia stato reso noto lo stesso giorno in cui è uscito il Rapporto annuale dell’Istat sulla situazione economica e sociale dell’Italia. Da un lato, il ritratto delle difficoltà del paese reale, le diseguaglianze (sociali, territoriali, generazionali) crescenti, i timidi segnali di miglioramento dopo la crisi; dall’altro, la politica, con gli esiti delle elezioni (che risentono di tale quadro e bocciano le forze tradizionali) e le ricette proposte dai due partiti usciti vi…

28 Feb, 2018
L’anomalia principale del nostro Paese è la condizione delle nuove generazioni, ovvero degli attuali under 35: cosa propone di fare la politica?
L’Italia è un paese strano (ma questo potrebbe non essere di per sé un problema) e confuso (questa invece è una colpa grave in un mondo complesso e in corsa accelerata), è quindi bene iniziare con qualche dato di chiarezza. Gli over 65 sono la componente che di meno ha visto crescere il proprio rischio di povertà negli anni di crisi. La fascia 55-64 è quella che ha visto aumentare maggiormente il proprio tasso di occupazione (anche come conseguenza dello spostamento in avanti dell’età alla pensione. La classe 35-54 è quella con divario minore di occupazione rispetto alla media europea (sul la…

13 Feb, 2018
La debolezza qualitativa e quantitativa di questa generazione è ciò che sta vincolando la crescita economica e la ripresa delle nascite
Cosa c’è di nuovo nei dati sulla demografia italiana aggiornati al 2017 e di recente pubblicati dall’Istat? Nel 2013 siamo scesi a 513 mila nascite, che allora era il livello più basso della nostra storia nazionale. Ogni anno successivo siamo scivolati però ancora più in basso e questo vale anche per il 2017, che con 464 mila nati ci porta ancora una volta a dire: “mai così pochi dal 1861 a oggi”. Il prossimo anno riusciremo a fare ancora peggio o vedremo finalmente i segnali della ripresa post crisi stimolati e sorretti da adeguate politiche? La questione preoccupante non è tanto la diminuzi…

13 Dic, 2017
Le famiglie di entrambi i Paesi hanno preferenze riproduttive simili, ma il nostro tasso di fecondità totale (pari a 1,34) è circa un terzo sotto il loro (1,96). Perché?
La fecondità oscilla in Europa da valori attorno ai due figli in media per donna a valori poco sopra un figlio. Quando rimane persistentemente bassa (più vicina a uno che a due figli), il calo delle nascite diventa progressivamente riduzione nelle età giovanili e successivamente erosione della popolazione al centro della vita attiva (asse portante della crescita economica e della sostenibilità del sistema di welfare). Due casi interessanti da confrontare sono Francia e Italia. I due grandi paesi presentano livelli simili di longevità, livelli simili di preferenze riproduttive, ma dinamiche mo…

19 Mag, 2017
La rete è l’ultimo spazio da colonizzare: già oggi la maggioranza della popolazione nei paesi tecnologicamente più sviluppati è online. Che cosa comporta questa rivoluzione?
Non esiste nulla di più dinamico, teoricamente senza limiti nel suo rinnovo continuo, di una popolazione. Ci sono popolazioni in crescita, altre in declino, altre che passano dal declino alla crescita o viceversa, ma mai ferme. In nessun paese del mondo la popolazione di oggi è uguale a quella dell’anno scorso. Ci sono fasi in cui la crescita è intensa e accelerata, in particolare dopo un insediamento di successo in un territorio promettente. Gli Stati Uniti sono un buon esempio. Nel corso del Seicento i coloni del Nuovo mondo passano da poche centinaia a circa 250 mila. Meno di un secolo dop…

23 Mar, 2017
Dall’inizio della crisi i 15-34enni hanno perso circa 2 milioni di occupati, in forte crescita gli over 50
L’Italia dei primi decenni del dopoguerra, quella del miracolo economico, era ricca soprattutto di giovani, a loro volta pieni di energia da convogliare verso un futuro di maggior benessere. Al censimento del 1951 la metà dei residenti nello stivale aveva meno di 30 anni, un valore analogo a quello della popolazione mondiale di oggi. Tali giovani facevano parte di una generazione che partiva da modeste condizioni economiche, ma con grande desiderio di migliorare e con spazi aperti per provarci. Una generazione che si è trovata ad aggiustare al rialzo le proprie aspettative con corrispondente…

6 Feb, 2015
Più che il sogno della decrescita felice quello che si sta realizzando rischia di essere un incubo con conseguenze disastrose
Nel 2013 l'Italia ha raggiunto il valore più basso di sempre nella curva delle nascite. Il punto più alto era stato raggiunto mezzo secolo fa, nella prima metà degli anni Sessanta, con oltre un milione di nati ogni anno. Si è scesi sotto le 900 mila unità nel 1972, sotto le 800 mila nel 1976, sotto le 700 nel 1979, sotto le 600 mila nel 1984, da allora non siamo più risaliti sopra tale livello. L’ultimo dato fornito dall’Istat, quello appunto del 2013, indica 514 mila nati, ma sarebbero 410 mila senza il contributo dell’immigrazione. Questi sono i valori assoluti. Se facciamo riferimento al t…

2 Gen, 2014
Non si può crescere senza cambiare. Essenziale il contributo della green economy
Che a più quantità prodotta e consumata corrispondesse più qualità della vita è stato un equivoco che abbiamo fatto durare troppo a lungo. La crisi è anche, forse soprattutto, figlia dei limiti di questa idea inadeguata di sviluppo. Il fatto che l’indicatore che teniamo sotto controllo per capire se stiamo uscendo o meno dalla recessione continui ad essere il Prodotto interno lordo dimostra in modo chiaro come il modello che abbiamo in testa non sia cambiato. Non è, invece, possibile pensare di crescere senza cambiare. Eppure è convinzione comune che una buona strategia - soprattutto se non s…

7 Ott, 2013
Cambia il problema. Questo che viviamo sarà il secolo dell’invecchiamento: dobbiamo passare dalla quantità alla qualità della vita
Nel corso del XX secolo la popolazione è saltata (più che salita) da 1,6 a 6,1 miliardi. Rimarrà per sempre il secolo del record della crescita della presenza umana sul pianeta Terra. La crescita non si è certo oggi esaurita, ma sta rallentando. Il tasso di crescita della popolazione ha toccato il suo apice tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta (attorno al 2%). Il valore attuale è attorno all’1,2% e scenderà, secondo le previsioni delle Nazioni Unite (base 2012) sotto lo 0,5% nella seconda metà del XXI secolo. Non sarà pari a zero, quindi la popolazione continuerà a crescere…