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Anche Castell’Azzara vuole diventare un Comune geotermico

Secondo l’Amministrazione comunale la geotermia «potrebbe essere essenziale per la sopravvivenza della nostra comunità, come già avviene per realtà limitrofe»
 |  Toscana

Posto alle pendici del Monte Amiata, dove l’uso della geotermia ha iniziato a svilupparsi a partire dagli anni ’60 del secolo scorso, il Comune di Castell’Azzara ha «iniziato il percorso di adesione al circuito dei Comuni geotermici», che ad oggi sono 16 in Toscana.

L’iter è  iniziato con una prima delibera del marzo scorso, rafforzata da una successiva votata all’unanimità in Consiglio comunale, osservando che «la risorsa geotermica potrebbe essere essenziale per la sopravvivenza della nostra comunità come già avviene per realtà limitrofe, nonché in termini di posti di lavoro diretti e indiretti e per le risorse che garantisce ai Comuni geotermici a sostegno di servizi, cultura, opere pubbliche e progetti di sviluppo».

A valle dei  continui i contatti coi referenti della Regione Toscana, col presidente Eugenio Giani e col ministero dell’Ambiente, a Castell’Azzara è stata ora «costituita una Commissione consiliare ad hoc per approfondire la tematica e per la valutazione di proposte e iniziative varie».

L’iniziativa arriva in un momento cruciale per lo sviluppo della geotermia toscana – dalla quale arriva già oggi tanta elettricità rinnovabile da equiparare il 34% della domanda regionale –, dato che entro il 30 giugno l’attuale gestore delle centrali geotermoelettriche (Enel green power) è chiamato a presentare un nuovo piano d’investimenti.

Se la Regione Toscana lo troverà adeguato, a quel punto potrà concedere il rinnovo ventennale delle concessioni minerarie che sottendono la coltivazione della risorsa, permettendo al territorio di avanzare nel percorso della transizione ecologica.

Redazione Greenreport

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