A Firenze gli impianti per il trattamento dell’acqua diventano oasi di biodiversità
Dopo tre anni di attenta valutazione, sta entrando nel vivo in questi giorni il progetto promosso da Publiacqua e Wwf per proteggere la biodiversità nell’area fiorentina, a partire da tre fondamentali infrastrutture per il trattamento dell’acqua: l’impianto di potabilizzazione dell’Anconella, l’acquedotto di Mantignano e il depuratore di San Colombano.
L’idea è quella di valorizzare la fauna che già esiste in città, sfruttando come “rifugio” i grandi parchi che circondano gli impianti di trattamento dell’acqua.
«Abbiamo notato che le aree intorno agli impianti sono interessate sì da attività umane, ma in tempi e modi meno impattanti rispetto al territorio cittadino circostante – spiega Carlo Scoccianti, biologo responsabile del progetto per il Wwf Toscana – in parole povere qui insetti e animali possono trovare più tranquillità, così abbiamo pensato ad azioni semplici che aiutino a salvaguardare le varie specie. Si tratta di scelte che generano vantaggi ambientali e allo stesso tempo un risparmio economico, cosa non di poco conto».
Si tratta dunque di mettere in campo micro-opere che permetteranno di tutelare le specie presenti nei dintorni degli impianti idrici. Come? Ad esempio gli scarti del legno ottenuti dalla messa in sicurezza delle alberature, invece di essere avviati a un costoso smaltimento, diventano un rifugio naturale che col tempo si biodegrada e arricchisce il terreno. Dall’altra parte la diminuzione delle opere di taglio dell’erba, lì dove non si generano problemi di sicurezza, dà luogo a una minor spesa per la manutenzione del verde e contemporaneamente crea un habitat adatto a molti insetti impollinatori.
«In città è difficile parlare di diversità biologica, poiché questo ambiente risulta piuttosto inospitale per gli animali. Ci sono però delle specie, che seppur in numero limitato, si sono adattate a questo particolare ‘habitat’, penso ad esempio a rondini, rapaci notturni, aironi, piccoli anfibi. La nostra finalità è valorizzare la loro presenza, potenziando le funzionalità di ricovero naturale che hanno le aree verdi intorno agli impianti di Publiacqua», argomenta Scoccianti.
Così cataste ordinate di legna, ottenuta dalla potatura degli alberi, che diventano “condomini” naturali per la fauna minore, come lucertole e insetti, oppure falciature ritardate della vegetazione in ampie aree verdi per consentire le fioriture e la vita degli impollinatori, dalle api alle farfalle.
Sono due delle soluzioni già introdotte tra l’Anconella, Mantignano e San Colombano, ma nell’ambito del progetto sulla biodiversità di Publiacqua e Wwf sono già allo studio nuove attività, dalla realizzazione di bat-box per i pipistrelli, specie che svolgono funzioni importantissime nell’ecosistema, all’installazione di casette-nido per dare riparo alla fauna ornitologica presente sul territorio.