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Capraia, iniziati i lavori di recupero dei muretti a secco storici

Il Parco nazionale Arcipelago toscano avvia il progetto di riqualificazione finanziato dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica
 |  Toscana

Il paesaggio italiano, come quello di molte altre regioni europee, è spesso caratterizzato dalla presenza di versanti terrazzati con murature a secco. Queste strutture, nate nei secoli per adattare i pendii all’agricoltura e per contrastare fenomeni erosivi o franosi, sono oggi considerate una testimonianza fragile della storia rurale. Dal 2018, l’Unesco le ha riconosciute come patrimonio immateriale dell’umanità, sottolineandone il valore storico, culturale e ambientale.

Tuttavia, la loro sopravvivenza è messa a rischio dal tempo e dall’incuria, rendendo necessari interventi di manutenzione per preservarne l’integrità.
Proprio con questo obiettivo, il Parco nazionale Arcipelago toscano ha avviato un progetto di riqualificazione dei muretti a secco, finanziato dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, dando il via ai primi interventi. Il programma, inserito in un’iniziativa più ampia dedicata alla tutela del paesaggio nei 24 Parchi Nazionali italiani, prevede la salvaguardia e il restauro delle murature presenti in località Pomonte e San Cerbone, nel Comune di Campo nell’Elba, e nelle isole di Pianosa e Capraia. L’investimento complessivo ammonta a 1.366.000 euro, con un primo lotto di interventi, già appaltato, a Capraia per un valore di 358.631,65 euro.

Il presidente del Parco, Giampiero Sammuri, ha espresso soddisfazione per l’avvio degli interventi: «Sono molto soddisfatto di aver avviato questi ulteriori ed importanti interventi di cura del paesaggio e del territorio all’interno del Parco che, in questa prima fase, interesseranno le isole di Capraia, Elba e Pianosa, mentre nei prossimi anni altri interventi coinvolgeranno l’Isola del Giglio».

I lavori si concentrano su tre aree specifiche: La Mortola, lungo il sentiero del Parco 407, caratterizzato da una significativa presenza di murature a secco sia a monte che a valle della strada panoramica del Monte Scopa; il sentiero del Reganico, che si sviluppa sul versante sopra Cala dello Zurletto; e la Via del Semaforo, che parte dal bivio con il sentiero 409 in località Santo Stefano fino ai piedi del Monte Cancelle. Gli interventi consistono nella ricostruzione parziale dei muri crollati e nella sistemazione della parte sommitale delle strutture, essenziale per garantire la stabilità e la fruibilità dei sentieri.

Nei prossimi mesi, i lavori interesseranno anche l’Isola d’Elba, con opere in località Pomonte e San Cerbone – Monte Perone, e l’Isola di Pianosa, dove il restauro si concentrerà su alcuni tratti di muri gravemente deteriorati nella zona affacciata su Cala Giovanna.

Sammuri ha inoltre sottolineato l’importanza storica di queste strutture, legate a un’agricoltura spesso definita eroica: «I terrazzamenti rappresentano spesso la testimonianza tangibile di un'agricoltura definita eroica per le difficoltà che comportava e tuttora comporta la coltivazione dei ripidi pendii, che fin da tempi remoti è stata la principale attività economica per la maggior parte degli abitanti di realtà rurali come quelle delle isole dell’Arcipelago Toscano. Le murature a secco, infatti, rappresentano una delle più antiche e affascinanti tecniche costruttive anche nell'Arcipelago toscano, utilizzate per modellare il territorio e renderlo adatto alla coltivazione. Queste strutture, costruite senza l’uso di malta o cemento, sono state realizzate incastrando tra loro solamente pietre raccolte localmente e sono distribuite soprattutto nelle isole d’Elba, Giglio, Capraia, Gorgona e Pianosa, mostrando caratteristiche anche molto diversificate tra loro in funzione dell’altezza, dello spessore e delle funzioni”.

Questo intervento rappresenta un passo significativo verso la tutela del paesaggio dell’Arcipelago toscano e della sua memoria storica, ponendo le basi per una conservazione più attenta e continuativa negli anni a venire.

Vincenza Soldano

Vincenza per l’anagrafe, Enza per chiunque la conosca, nasce a Livorno il 18/08/1990. Perito chimico ad indirizzo biologico, nutre da sempre un particolare interesse per le tematiche ambientali, che può coltivare in ambito lavorativo a partire dal 2018, quando entra a fare parte della redazione di Greenreport.it