
Alluvione in Toscana, la piena dell'Arno è passata. Fondamentali le opere di contenimento del rischio idraulico

L’allerta meteo di codice rosso per rischio idraulico non è ancora finita e in Toscana si continua a lavorare per ricomporre i danni dell’ennesima alluvione, ma il peggio sembra essere passato dopo che il colmo di piena dell’Arno è transitato lungo l’intera asta senza criticità.
La Sala operativa unificata della Protezione civile toscana (Soup) ha appena diramato una nuova allerta meteo per rischio idraulico del reticolo principale in corso per tutta la giornata di oggi sulle aree Valdarno Inferiore, Arno Costa, Bisenzio e Ombrone Pistoiese.
🟠Allerta arancione per rischio idraulico su Mugello, Alto Mugello, Firenze e Valdarno Superiore per tutta la giornata di oggi.
🟡Allerta gialla sul resto della regione per rischio idrogeologico.
🟠Domani allerta arancione per rischio idraulico sulle aree Valdarno Inferiore, Costa, Bisenzio e Ombrone Pistoiese, allerta gialla su Mugello, Firenze, Valdarno Superiore fino alle ore 14.
Dopo aver attraversato Firenze con 1.500 metri cubi d’acqua al secondo e Pontedera con 2.381 mc/s, il colmo di piena del grande fiume ha toccato Pisa arrivando al secondo livello di guardia (4,8 metri) con 1.850 mc/s, per poi raggiungere la foce nelle prime ore della mattina.
È stata fondamentale l’apertura del canale scolmatore d’Arno a partire dalle ore 16 di ieri, che ha letteralmente abbattuto l’ondata di piena che stava salendo, riducendo quindi il colmo sul pisano – in città erano già stati predisposti dei panconcelli per rialzare le spallette sui lungarni –, che inizia con le opere di presa a Pontedera e termina in mare a Calambrone. Insieme all’apertura della casse d’espansione di Roffia (San Miniato) realizzate solo qualche anno fa, ha evitato il peggio.
«Lo Scolmatore, le casse di espansione di Roffia, hanno abbattuto l’ondata di piena dell’Arno, evitando danni enormi e proteggendo le nostre città. Così come il sistema di Ponte alle Vanne sull’Ombrone pistoiese e tutti gli impianti idrovori e casse minori. Sono opere strategiche che abbiamo fortemente voluto, costruito e continueremo a potenziare perché sono fondamentali», dichiara a caldo il presidente della Regione Eugenio Giani.
La crisi climatica in corso non concede tregue negli investimenti per la riduzione del rischio idraulico, come documentano le forti criticità che comunque l’alluvione ha provocato. Ad esempio i livelli registrati lungo la Sieve non si verificavano dal 1966, e neanche il fondamentale lago di Bilancino è riuscito a contenerli tutti, tant’è che nel pomeriggio di ieri si sono diffuse fake news che parlavano di esondazione della diga, subito smentite da Publiacqua; in realtà stava facendo il suo lavoro in regime di sfioro, ovvero rilasciando lentamente acqua dal canale fugatore lungo la Sieve. La troppa acqua ha comunque allagato le aree circostanti e in tutto il Mugello si sono verificate forti difficoltà, da Borgo San Lorenzo a Vicchio a Vaglia; ore prima era toccato a Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio.
Le criticità sono sempre le stesse, con gli allagamenti che quando non sono causati dai fiumi o da piccoli torrenti sono dovuti all’incapacità della rete fognaria di smaltire l’eccesso di acqua causata da precipitazioni estreme, suggerendo l’urgente necessità di investire sulla realizzazione di “città spugna” – aumentando le superfici permeabili a scapito del cemento – oltre alle casse d’espansione. Con la consapevolezza che comunque l’obiettivo rischio zero è impossibile, ma che meno rischio è indispensabile, anche grazie ad attività di formazione e informazione sui comportamenti corretti da adottare per la cittadinanza.
Per il momento, ancora una volta, resta da completare la conta dei danni: le situazioni più critiche rimangono tra le province di Firenze – dove a ieri sera c'erano 1.471 cittadini isolati, 248 evacuati e 1.267 utenze elettriche interrotte su 8 Comuni –, Pisa e Livorno. I problemi maggiori si registrano nel fiorentino, in particolare in Mugello, nell'Empolese e a Sesto Fiorentino, dove, in accordo con gli uffici regionali del Ministero della cultura, è stato attivato il modulo beni culturali per intervenire sulla biblioteca dell'Istituto De Martino. In Mugello stanno intervenendo colonne mobili della Protezione civile di Umbria, Marche e Liguria ed anche nell'Empolese saranno attive unità della Protezione civile nazionale, come era stato richiesto ieri dal presidente Eugenio Giani al ministro della Protezione civile Musumeci. Tecnici e volontari sono al lavoro per verificare gli effetti degli allagamenti e nel monitoraggio di eventi franosi; al momento non risultano cittadini isolati, dopo che è stata risolta la criticità di Vaglia (FI). E anche se la portata dell'Arno è in lieve calo, resta naturalmente alta l'attenzione sulla situazione del grande fiume, soprattutto nell'area pisana.
«Voglio prima di tutto dire grazie di cuore a tutte le donne e gli uomini che da ieri stanno lavorando senza sosta per proteggere le nostre comunità – commenta nel merito Giani – Al nostro orgoglioso sistema di Protezione Civile della Toscana, alla Colonna Mobile Nazionale, alle Sindache e Sindaci sempre attivi, al nostro straordinario sistema sanitario e soccorso, ai Vigili del Fuoco, alle Forze dell’Ordine e di Polizia, alle Forze Armate, alle centinaia di associazioni di volontariato, ai Consorzi di Bonifica e al Genio Civile della Regione Toscana, al personale dei Comuni, Enti, Prefetture e ai gestori dei servizi idrici, trasporti e strade, l’anima della Toscana che non si arrende mai. In queste ore difficili il sistema di sicurezza idraulica della Regione ha fatto la differenza nonostante le intense e persistenti precipitazioni ma ancora non ci fermiamo. La Toscana è questa: una comunità che nelle difficoltà si stringe, lavora insieme e non si tira mai indietro. Continueremo a esserci fino alla fine. Uniti, per la nostra terra».
