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Firenze, al via i lavori da 35 mln di euro per la cassa d’espansione Restone contro le piene dell’Arno

Monni: «L’alluvione del novembre 2023 ci ha mostrato con drammatica chiarezza che il cambiamento climatico non è un’ipotesi futura, ma una realtà con cui dobbiamo fare i conti oggi»
 |  Toscana

Il territorio di Restone, dove in passato l’acqua veniva accumulata naturalmente, torna a recuperare questa funzione nella nuova veste di alleato strategico nella lotta alla crisi climatica in corso: sono partiti oggi i lavori per realizzare una nuova cassa d’espansione, creando un tassello importante del sistema di laminazione di Figline a difesa dell’Arno.

L'intervento, che ha un valore complessivo di 35 milioni di euro, avrà infatti una capacità di invasamento pari a 5,76 milioni di metri cubi di acqua, con una superficie di circa 110 ettari. Situata tra il torrente Cesto, il fiume Arno, la ferrovia e la zona di Casa Nuova, la cassa è progettata per raccogliere le acque in eccesso in caso di eventi climatici straordinari, evitando che queste allaghino la città di Firenze.

Per l’avvio dei lavori il presidente della Regione, Eugenio Giani, si è recato in sopralluogo a Restone accompagnato dall’assessora all'Ambiente Monia Monni, dal sindaco di Figline e Incisa Valdarno Valerio Pianigiani, e dal direttore della Protezione civile in Regione Giovanni Massini.

«Con quella di Restone e la realizzazione di altre casse di espansione come Pizziconi che sarà inaugurata a breve, Prulli e Leccio – spiega Giani –, stiamo costruendo una rete di protezione per il nostro territorio. L’Arno è una delle principali sfide per la mitigazione del rischio idraulico della nostra regione e con questo intervento facciamo un salto di qualità nella protezione di Firenze e dei suoi abitanti. L'infrastruttura si inserisce in un piano strategico più ampio che prevede, tra le altre cose, l’innalzamento della diga di Levane, con l’obiettivo di garantire una gestione ottimale delle acque lungo tutto il percorso del fiume. Grazie a questi interventi, il rischio di alluvioni sarà sensibilmente ridotto, aumentando la sicurezza di una vasta area».

La crisi climatica corre infatti a velocità doppia, in Toscana: il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre, con +1,35°C rispetto al trentennio climatologico di riferimento 1991-2020, mentre la media globale si ferma a +0,72°C. Insieme alle temperature crescono anche gli eventi meteo estremi (+485% in Italia dal 2015), di cui 21 si sono abbattuti in Toscana nell’anno scorso.

«La cassa di espansione su cui stiamo lavorando è un’opera fondamentale per la sicurezza del territorio e delle comunità che lo abitano – argomenta Monni – Con una capacità di oltre 5,5 milioni di metri cubi e un’estensione di 110 ettari, questo intervento da 35 milioni di euro è parte di un sistema integrato di quattro casse di espansione, che proteggeranno l’area a valle fino a Firenze, incluso il patrimonio artistico e culturale della città, come gli Uffizi. Ma il nostro impegno va oltre la costruzione di opere idrauliche: vogliamo ripensare il modo in cui il territorio viene gestito, perché la sicurezza non si garantisce solo con dighe e argini, ma con una politica ambientale lungimirante e coraggiosa. L’alluvione del novembre 2023 ci ha mostrato con drammatica chiarezza che il cambiamento climatico non è un’ipotesi futura, ma una realtà con cui dobbiamo fare i conti oggi. Per questo, insieme a questi interventi strutturali, stiamo lavorando per ridurre il consumo di suolo, restituire superfici drenanti, ripensare il sistema fognario e adottare il concetto di ‘città spugna’, per far sì che le nostre città siano più resilienti e vivibili. Questo è il nostro modello di governo: non limitarsi a gestire le emergenze, ma costruire soluzioni di lungo periodo».

Redazione Greenreport

Greenreport conta, oltre che su una propria redazione giornalistica formata sulle tematiche ambientali, anche su collaboratori specializzati nei singoli specifici settori (acqua, aria, rifiuti, energia, trasporti e mobilità parchi e aree protette, ecc….), nonché su una rete capillare di fornitori di notizie, ovvero di vere e proprie «antenne» sul territorio.