Geotermia toscana, ecco le richieste dei Comuni per il rinnovo delle concessioni a Enel
Dopo l’iniziativa pubblica sulla geotermia svoltasi nei giorni scorsi a Pomarance, alla presenza del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il sindaco di Radicondoli – Francesco Guarguaglini, ri-candidato alle prossime elezioni comunali – interviene per fare il punto sulle richieste in arrivo dall’area tradizionale.
Tali richieste sono state esplicitate in una lettera congiunta inviata dai Comuni di Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Radicondoli, Chiusdino e Montieri, che hanno lavorato insieme per individuare alcune tematiche comuni.
«La richiesta di tutti – spiega Guarguaglini – è quella di includere nel Piano pluriennale per la promozione degli investimenti nel settore geotermico l’elenco delle proposte condivise dei Comuni dell’area geotermica tradizionale e dei progetti dei singoli Comuni. È fondamentale dunque che le richieste siano incluse nel Piano. I comuni hanno lavorato insieme, anche se provengono da aree politiche diverse, io sono di centro sinistra altri di centro destra. Ma in questo momento storico sarebbe sbagliatissimo presentarsi divisi davanti a Enel. Noi rappresentiamo l’82% circa della produzione dell’intero comparto geotermico. Enel ha già fatto una proposta che non possiamo accettare. Siamo di fronte ad un accordo ventennale e devono essere valorizzate al massimo le ricadute sui territori».
In palio c’è il rinnovo delle concessioni minerarie che sottendono la coltivazione della geotermia, ad oggi e da sempre in carico a Enel green power, che è chiamata a proporre un piano d’investimenti entro fine giugno; in base a quanto disposto dal decreto Energia approvato dal Governo, sarà la Regione Toscana a valutare la bontà del Piano d’investimenti, concedendo o meno un rinnovo in favore di Egp fino a 20 anni.
«Per questo i valori economici contenuti nel piano di investimenti dovranno essere attualizzati, annualmente su base Istat – continua Guarguaglini – Non solo, per questo chiediamo, tutti insieme, che gli adeguamenti normativi ed alle migliori tecnologie, in primis in materia ambientale, siano estesi alla totalità degli insediamenti che ricadono nell’area tradizionale».
Riportiamo di seguito le richieste esplicitate:
Tra le voci condivise da tutti i Comuni dell’area geotermica tradizionale ci sono l’Equità termica ed elettrica, ovvero la realizzazione di impianti mediante utilizzo di fonti rinnovabili per garantire riscaldamento termico e autonomia energetica come gli impianti fotovoltaici mediante comunità energetiche, impianti di teleriscaldamento geotermici o attraverso altre fonti rinnovabili.
Ed ancora, c’è la concessione del calore a costo zero per usi civili ed industriali. Ci sono le ricadute occupazionali con l’obbligatorietà del ricorso a realtà economiche del distretto geotermico per tutti gli interventi di Enel non incentivati, per i quali lo stesso Enel si qualifica come soggetto economico privato.
È previsto l’affidamento a società di consulenza per la realizzazione di una piattaforma di sviluppo economico e produttivo, nonché l’attivazione di misure di attrattività per le imprese, il loro consolidamento anche nell’ottica di costituire nuove filiere.
È previsto il consolidamento del comparto delle imprese esistenti sul territorio, mediante il finanziamento di bandi comunali di scopo.
È previsto l’ammodernamento del sistema viario, la valorizzazione del territorio, turismo e singoli progetti comunali e la realizzazione della ciclovia geotermica denominata “le vie del vapore”.
Guardando invece a quanto già oggi garantiscono le risorse geotermiche in termini di ricadute territoriali, ricordiamo – oltre ai teleriscaldamenti già attivi in 8 Comuni – che già nel dicembre 2007 era stato firmato “l’Accordo generale sulla geotermia”: è in questo quadro di riferimento che ai 16 Comuni geotermici toscani vengono destinati annualmente (e fino al 2024) oltre 30 milioni di euro, 18 dei quali incassati direttamente dalle amministrazioni comunali e i rimanenti 12 – costituenti il cosiddetto Fondo geotermico – destinati sia a progetti comunali che di area, collegialmente approvati dal Tavolo istituzionale sulla geotermia di cui fanno parte tutti gli Enti locali (Regione, Province, Unioni dei Comuni, Comuni, CoSviG).