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Presentata la relazione annuale del direttore generale

Servizio idrico integrato, sono in Toscana gli investimenti procapite più alti d'Italia

Si tratta di 107,8 euro per abitante, mentre dal Pnrr sono arrivati finanziamenti per 293 milioni di euro
 |  Toscana

Nei giorni scorsi la Regione ha celebrato l’uscita della Toscana da tutte le procedure di infrazione dell’Ue per quanto riguarda il trattamento delle acque reflue urbane, perché – grazie agli investimenti messi in campo dai sette gestori del servizio idrico integrato, coordinati dall’Autorità idrica toscana (Ait) – adesso finalmente la situazione sul territorio è tornata alla regolarità: inizialmente gli agglomerati toscani in procedura di infrazione, perché non serviti da fognatura e depurazione, erano inizialmente 66. Criticità adesso risolte, ma il servizio idrico è riuscito a mettere in fila molti altri traguardi sul territorio.

È quanto emerge dalla Relazione generale del direttore generale di Ait, Alessandro Mazzei (nella foto, ndr), presentata nei giorni scorsi per fare il punto sui dati 2023. Il quadro generale è noto: sul territorio gestioni sono affidate secondo la normativa pro tempore vigente, per una durata massima trentennale, principalmente a società per azioni miste (ad eccezione di Gaia che è una società interamente pubblica) a cui è stata affidata la gestione del servizio idrico integrato.

I 7 gestori impiegano complessivamente oltre 3mila addetti e si occupano di quasi 35mila chilometri di reti acquedottistiche, 14 mila km di reti fognarie e 1.202 impianti di depurazione (la metà dei quali sotto i 2.000 AE): più del 96% degli abitanti residenti risultano serviti dall’acquedotto; i residenti dotati di servizio di fognatura, esteso notevolmente negli ultimi anni, oscillano tra il 83% e il 95%; oltre l’82% degli abitanti residenti risultano serviti da depurazione.

Nel 2023 sono stati forniti agli utenti misurati e fatturati dai gestori toscani oltre 220,4 milioni di mc di acqua potabilizzata, ma è ancora alto il livello delle perdite (conseguenza dell’anzianità delle reti di distribuzione), anche se in calo. I dati relativi alle perdite percentuali (M1b) sono infatti lontani da quelli ottimali previsti da Arera: ad eccezione del dato di Nuove Acque, che con il 21,33%, è al di sotto della soglia ottimale ancora prevista per il 2023 del 25% (diventata del 20% a partire dal 2024) e al di sotto della media nazionale. Per gli altri gestori i dati variano dal 31,21% di Geal al 52,88% di Gaia – così alto semplicemente perché il sistema di prelievo è alimentato prevalentemente da sorgenti –, mentre il dato medio nazionale indicato da Arera per il 2023 risulta pari al 41,8%.

La buona notizia è che le perdite di rete sono destinate a calare moltissimo da qui al 2026, quando dovranno concludersi investimenti finanziati dal Pnrr in grado di far risparmiare alla Toscana, ogni anno, uno spreco equivalente a tutta l’acqua contenuta nel lago di Bilancino. Complessivamente sono stati attivati finanziamenti Pnrr sul servizio idrico toscano per quasi 300 milioni di euro – 293, per l’esattezza – 170 dei quali finalizzati proprio alla riduzione delle perdite idriche.

Altra buona notizia, stavolta da record nazionale: nel 2023 sono stati realizzati investimenti per oltre 393 milioni di euro, importo superiore a quello pianificato, per un importo medio pro capite di 107,8 euro per abitante residente in Toscana investito in un solo anno. Questo dato è il più alto d’Italia, anche se ovviamente c’è un contraltare: le tariffe toscane si confermano piuttosto elevate rispetto al dato medio nazionale – per consumi di 150 mc/anno e famiglie di 3 componenti, si parla di importi di 345 euro in media contro i 530 euro della Toscana – ma il differenziale di spesa si giustifica con una maggiore entità di investimenti realizzati e con una migliore qualità del servizio offerto. Qualità che sembra percepita e (dunque) apprezzata dai toscani.

Dall’analisi di customer satisfaction commissionata biennalmente da Ati e realizzata nel 2023 emerge una complessiva soddisfazione da parte degli utenti per il servizio idrico erogato, nonostante qualche differenza tra le varie aree della regione, con un giudizio complessivo di soddisfazione del 93%: il gestore per il quale gli utenti presentano una maggiore soddisfazione complessiva per il servizio erogato (97%) è Publiacqua, seguito da AdF (96%) e Nuove Acque (95%).

Redazione Greenreport

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