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Monni: «Grande risultato, possiamo finalmente fornire un servizio completamente a norma»

Acque reflue, in Toscana chiuse le procedure d’infrazione Ue grazie agli investimenti in depurazione

Mazzei (Ait): «Col Pnrr abbiamo avuto una forza economica che ci ha permesso di raggiungere tutti gli obbiettivi, e risolvere in toto il problema»
 |  Toscana

All’inizio del 2024 è stata la volta di Firenze, poi in corso d’anno sono stati conclusi gli investimenti in fognatura e depurazione negli agglomerati di Cascina, Pisa e Montelupo Fiorentino, arrivando infine a un risultato di spicco per tutta la Regione: oggi si chiudono definitivamente tutte le procedure di infrazione dell’Ue a carico della Toscana per quanto riguarda il trattamento delle acque reflue urbane.

È quanto informa l’Autorità idrica toscana (Ait), che ha già comunicato alla Regione il raggiungimento della definitiva conformità, fino ad arrivare al ministero dell’Ambiente. Un risultato non da poco, considerando che per l’Italia la mancata depurazione è uno dei principali talloni d’Achille sotto il profilo ambientale, che è già costato tre condanne da parte della Corte Ue e multe da 125mila euro al giorno che ancora paghiamo. Un ammontare che peraltro potrebbe presto crescere ancora, dato che lo scorso marzo la Commissione Ue ha deciso di deferire un'altra volta il nostro Paese alla Corte di giustizia europea, sempre per mancato rispetto della direttiva sulle acque reflue urbane. 

«È un grande risultato – ha dichiarato l’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni – Non solo si è chiuso il problema delle infrazioni e multe dall’Europa, ma possiamo finalmente fornire un servizio completamente a norma a tutti i cittadini toscani».

I tre interventi nell’area pisana e in quella empolese, si sommano a quelli finanziati in precedenza sempre dalla misura 4.4 del Pnrr, e che hanno visto utilizzati quasi 40 milioni di euro per impianti di fognatura e depurazione con nove aree di intervento, tre nella Città metropolitana fiorentina (San Casciano Val di Pesa, Strada in Chianti, Impruneta), due in Provincia di Lucca (Lucca e Barga), uno in Provincia di Siena (Montalcino), uno a Pisa Sud-Est, uno ad Arezzo, uno in Provincia di Livorno (Campo alla Croce di Venturina).

«Sono anni – commenta il direttore di Ait, Alessandro Mazzei (nella foto, ndr)– che teniamo concentrati i gestori del servizio idrico integrato sui progetti fondamentali per uscire dalle procedure di infrazione. Col Pnrr abbiamo avuto una forza economica decisamente superiore, che ci ha permesso di raggiungere tutti gli obbiettivi, e risolvere in toto il problema delle reti fognarie e della depurazione in Toscana».

L’Ait ha infatti coordinato la progettualità dei singoli gestori del servizio idrico fino a ottenere risorse Pnrr per circa 200 mln di euro per il territorio, e in grado di attivarne ancora di più. Adesso si aprono però nuove sfide: lo scorso novembre è stata approvata in Europa la nuova direttiva sulle acque reflue urbane, che adotta regole più stringenti – dai microinquinanti alla neutralità energetica degli impianti di depurazione – per offrire ai cittadini un servizio sempre più efficiente e sostenibile, cui anche la Toscana dovrà adeguarsi.

 

Redazione Greenreport

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