Parco della Maremma, custode della biodiversità per l’avifauna acquatica con circa 4500 uccelli
Il Parco della Maremma si conferma un rifugio invernale di straordinaria importanza per l’avifauna acquatica, come dimostrano i risultati del censimento 2025, svolto il 19 gennaio nell’ambito dell’International Waterbirds Census (Iwc). Questo monitoraggio annuale, organizzato dall’Ispra a livello nazionale e dal Centro ornitologico toscano a livello regionale, ha coinvolto numerosi volontari ed esperti impegnati a documentare la ricchezza di specie che popolano le zone umide del Parco durante l’inverno.
«I censimenti permettono di valutare l’importanza di siti come il comprensorio del Parco della Maremma, che si conferma di rilevanza internazionale per l’oca selvatica e di grande valore nazionale per specie come mestolone, fischione, chiurlo maggiore e gru», sottolinea Luca Puglisi, direttore del Centro ornitologico toscano.
Le zone umide del Parco rappresentano un habitat cruciale per la sopravvivenza di molte specie, nonostante le sfide poste dalle variabili climatiche e dalla pressione antropica.
I dati raccolti hanno evidenziato la presenza di circa 4500 uccelli acquatici appartenenti a 31 specie, tra cui 1200 oche selvatiche, 400 gru, 1200 anatre e 50 chiurli maggiori. Tra le osservazioni più significative spiccano le 12 oche lombardelle, una specie rara in Toscana che arricchisce ulteriormente la biodiversità del comprensorio.
Anche il presidente del Parco, Simone Rusci, ha ribadito il significato di questa iniziativa, definendola fondamentale per comprendere e proteggere il patrimonio naturale del territorio: «È un vero e proprio inventario della biodiversità, reso possibile grazie all’impegno e alla grande professionalità dei volontari coinvolti, dal Centro ornitologico Toscano al coordinamento di Francesco Pezzo, ricercatore dell’Ispra e consigliere del Parco della Maremma. La grande affluenza di specie dimostra quanto il Parco della Maremma sia un luogo unico per la conservazione della fauna, una responsabilità che sentiamo forte e che ci guida nelle scelte quotidiane per la protezione di questi habitat».
Questi risultati sottolineano il valore delle zone umide del Parco come riserva ecologica di primaria importanza, dove il monitoraggio continuo delle popolazioni animali costituisce uno strumento essenziale per valutare lo stato di salute degli ecosistemi. Grazie all’impegno collettivo di volontari, esperti e istituzioni, il Parco della Maremma si conferma un simbolo di tutela della biodiversità e una testimonianza concreta di quanto la conoscenza e la cura possano fare la differenza per il futuro degli ecosistemi più fragili.