Nell’ex discarica di Podere Rota si produrrà 29GWh di biometano l’anno, dal 2026
Dal settembre 2022 sono terminati i conferimenti di rifiuti non pericolosi nella discarica di Podere Rota, dopo che Csai – la partecipata pubblica controllata dalla multiutility Iren che ha in gestione il sito – ha rinunciato all’inizio dello stesso anno al procedimento autorizzativo per l’ampliamento del sito, lasciando spazio a un innovativo progetto per riciclare schede elettroniche (Raee) ricavandone metalli preziosi con processo idrometallurgico. Ma la discarica continua a dover essere gestita: il post-mortem deve essere assicurato per almeno 30 anni. E Csai ha deciso di farlo puntando sul biometano.
Csai e Waga energy hanno siglato una partnership decennale, presentata oggi alla fiera Ecomondo di Rimini, in base alla quale il biogas generato naturalmente dalla biodegradazione dei rifiuti organici presenti in discarica potrà essere trasformato appunto in biometano, l’analogo rinnovabile del gas fossile.
Waga energy acquisterà da Csa questo biogas, che ad oggi viene già valorizzato da Csai tramite cogeneratori per la produzione di energia elettrica, per poi purificarlo e trasformarlo in biometano con la tecnologia Wagabox; il biometano sarà dunque immesso nella rete di trasporto di gas e venduto a un fornitore di energia nel quadro di un contratto di acquisto privato di 10 anni (Bpa: biomethane purchase agreement).
«Csai è la prima azienda italiana specializzata nella gestione dei rifiuti ad adottare la soluzione Wagabox, già implementata in Francia, Spagna, Canada e Stati Uniti – dichiara Andrea Baldini, ad di Waga Energy Italia – La collaborazione tra il settore pubblico, un grande gruppo italiano leader della transizione e un’azienda internazionale innovativa votata alla decarbonizzazione, è un importante motivo d’orgoglio per noi. Il biometano, prodotto localmente a partire dallo sfruttamento efficace del biogas di discarica, è una fonte di energia rinnovabile e stoccabile in grado di limitare le emissioni di gas a effetto serra e ridurre l’utilizzo di gas naturale fossile».
L’unità Wagabox del sito di Terranuova Bracciolini entrerà in funzione nel 2026. L’impianto sarà in grado di immettere fino a 29 GWh l’anno di energia stoccabile in rete, l’equivalente del consumo di gas naturale di circa 3.400 famiglie italiane. Il progetto eviterà l’emissione in atmosfera di circa 5.900 tonnellate di CO2 all’anno, sostituendo il gas naturale fossile con il gas rinnovabile.