Da Rimateria a Rinascenza, a Piombino i problemi per bonifiche e gestione rifiuti sono ancora tutti sul tavolo
I comitati Salute pubblica, La piazza, Liberi insieme per la salute hanno sollecitato una presa di posizione dei partiti locali sul tema del ricorso al Tar del Comune contro l’autorizzazione a Rinascenza Toscana a conferire rifiuti odorigeni, e in particolare sulla mancata richiesta di sospensiva al Tar. Riceviamo e riportiamo di seguito la posizione in merito di Sinistra italiana Piombino.
Prima di tutto, giova ricordare che il piano industriale di Rinascenza non è stato discusso in consiglio comunale perché il Comune non ha più nessuna voce in capitolo su quel piano. Così ha deciso Ferrari quando ha deliberatamente rifiutato il piano Pellati (a memoria di chi dice che il comune non avesse poteri...), e oggi assistiamo a Rinascenza che in un diffuso silenzio ripropone quello che quel piano prevedeva.
Crediamo che si debba però avere ben presente il quadro complessivo, perché se è vero che Piombino è “una città di pregio ambientale e paesaggistico”, è altrettanto vero che convive con 900 ettari a terra di territorio compromesso. Su questo insistono, tra le altre cose, due discariche autorizzate (ex-ASIU e ex-Lucchini) con volumi aggiuntivi (390mila mc) autorizzati già nel 2019, ma prossime al fine vita, che richiederà ingenti risorse per chiusura e post-mortem, e due discariche abusive (LI53 e 36 ettari) per 800mila mc totali di materiali da rimuovere.
Dobbiamo quindi decidere se l’obiettivo della città è fermare i conferimenti nelle discariche esistenti, e conseguente fallimento di Rinascenza, o vedere finalmente avviati quei processi che portino a una generale riqualificazione e messa in sicurezza ambientale del territorio.
È un bivio doloroso, come riportato anche nei verbali della Conferenza dei Servizi del settore VIA-VAS del 28.09.2023 e del 23.10.2023. Di fronte ai due scenari possibili di fallimento di Rinascenza con abbandono del presidio ambientale, e di autorizzazione al conferimento di rifiuti organici (tipologia 7.1c anziché i già autorizzati 7.1a), tutti i soggetti coinvolti hanno propeso per la seconda opzione. Opzione che ha trovato favorevoli anche istituzioni come Arpat, di cui dobbiamo riconoscere l’autorevolezza e che rappresenta per noi un baluardo su cui riversare la nostra fiducia.
Per quanto completamente critica sulla gestione storica di Asiu ma anche sulla manovra che ha portato al fallimento di Rimateria e all’insediamento di Rinascenza Toscana, Sinistra Italiana Piombino crede quindi che ancora una volta si chiami in causa il responsabile sbagliato.
Perché la città ha sì diritto di “sperare nella messa in sicurezza delle discariche, nell’utilizzo degli spazi residui per accogliere rifiuti industriali e quelli derivanti dalle bonifiche”, ma questo non avviene per grazia ricevuta. Avviene, o meglio sarebbe forse avvenuto, se in questi cinque anni l’amministrazione Ferrari si fosse adoperata per rendere i rifiuti industriali disponibili, e promuovere le bonifiche.
Niente di tutto questo. Rivendicano la rimozione delle ecoballe e l’assunzione di responsabilità di Poggio ai Venti, pensando alla pagliuzza e dimenticando la trave.
I rifiuti industriali purtroppo non transitano autonomamente dalle discariche abusive a quelle preposte. Servono ingenti fondi, che pure parzialmente esistono, basti pensare ai circa 17 milioni di euro risultanti dalla differenza tra lo stanziamento per la bonifica della falda (88 milioni) e l’assegnazione della gara (61 milioni).
E allora, per chiudere il cerchio, è vero che ci sono spazi in discarica riservati a rifiuti industriali e prodotti delle bonifiche, ma mancando l’elemento economico, Rinascenza non si sostiene finanziariamente. Da cui la richiesta di autorizzazione al conferimento di rifiuti organici alla regione Toscana, richiesta approvata da quest`ultima con delibera n. 780 del 1 Luglio 2024.
Quindi, cosa possiamo fare? Se non vogliamo rimanere schiacciati in questo ennesimo “ricatto”, dobbiamo sapere che l’unica strada è sbloccare i processi che Piombino attende da troppi anni: bonifica della falda, rimozione dei cumuli abusivi, accelerazione della ripartenza del settore siderurgico. Processi che necessitano di una discarica di prossimità, almeno per i rifiuti non pericolosi, individuata, secondo noi correttamente, nell’area attualmente sommersa dai rifiuti abusivi della LI53.
Nel frattempo, dobbiamo vigilare sulle prescrizioni imposte dalla regione Toscana, che ha sì autorizzato il conferimento di rifiuti organici, ma imponendo il monitoraggio ambientale, l’impermeabilizzazione della discarica ex-Lucchini, la destinazione di 68.500mc di volumi di discarica ai materiali dei cumuli, ecc
Dobbiamo anche sollecitare il comune a collaborare con Rinascenza per l’installazione delle centraline, come già da parere Arpat prot. n.77372 del 2019 e prescrizioni della delibera di giunta regionale n.1414/2019, su cui Rinascenza lamenta la totale assenza del comune (leggasi pag.9 del già citato verbale della Conferenza dei Servizi).
Si invita alla lettura completa del suddetto verbale anche per comprendere con quanta superficialità il dirigente all’ambiente del comune di Piombino, dott. Favali, si approcci alla riunione con interventi fuori luogo e atteggiamento non collaborativo.
Insomma, ci sarebbero tanti elementi di cui occuparsi per l’amministrazione, e per un’assessora all’ambiente per il momento non pervenuta, ma è tutto da dimostrare che ne sia capace e che non sappia far altro che ricorrere di nuovo al TAR.
Con la prospettiva, in caso di successo, di riservare anche a Rinascenza il trattamento che toccò a Rimateria. La cosiddetta “opzione zero” considerata da tutti i soggetti tecnici coinvolti, un disastro dal punto di vista ambientale.