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L’appuntamento oggi giovedì 10 ottobre, dalle ore 12, nella Green Area

Insorgiamo! A Scandicci Fiera arrivano le cargo-bike per reindustrializzare l’ex Gkn

Moretti (Collettivo di fabbrica): «È l’abbraccio della volontà popolare e delle persone solidali, ma adesso serve la politica»
 |  Toscana

Il nuovo piano industriale per riportare lavoro e sostenibilità in quel deserto produttivo che è oggi l’ex Gkn di Firenze, dove fino al 2021 si producevano semiassi per automobili, è pronto. Sarà presentato dal Collettivo di fabbrica che l’ha elaborato dall’11 al 13 ottobre, e inizierà con gli operai accanto ai giovani di Fridays for future, in protesta con un nuovo Sciopero nazionale per il clima: la progettualità si basa infatti sull’avviare due nuove filiere produttive pienamente inserite nella transizione ecologica, incentrate sulla produzione di pannelli solari fotovoltaici e dicargo-bike.

Le stesse cargo-bike che il Collettivo di fabbrica mostrerà in anteprima oggi, giovedì 10 ottobre, a partire dalle ore 12 con un talk in programma nella Green Area di Scandicci Fiera, dopo averle portate in strada nei giorni scorsi alla ciclostorica Eroica di Gaiole in Chianti.

«Nel vuoto imprenditoriale abbiamo presentato un piano industriale elaborato insieme alla professionalità di tecnici solidali, come li chiamiamo noi – ci spiega Matteo Moretti del Collettivo ex Gkn – È pronto a partire e si compone di due pilastri, la parte sui pannelli solari è quella più corposa ma è il capitolo sulle cargo-bike che si può già toccare con mano».

L’idea è quella di inserirsi all’interno della crescita vertiginosa in corso a livello globale nell’installazione di nuovi impianti fotovoltaici, documentata ieri con dovizia di particolari dall’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), per una volta con una produzione italiana anziché affidarsi all’import di pannelli dalla Cina che ha saputo guardare più lontano.

«Abbiamo già accordi con svariate Comunità energetiche a livello territoriale e coi fornitori che ci garantirebbero sia la materia prima sia i macchinari per poter iniziare la produzione, così da poter realizzare pannelli fotovoltaici classici come anche moduli tagliati su misura per le utenze domestiche, in grado di massimizzare la produzione dai tetti delle case. La transizione energetica è il futuro», argomenta Moretti, in barba a quanti vedono nel Green deal la pietra tombale – anziché l’occasione di rilancio – per l’industria italiana. E la mobilità sostenibile è già presente, con le cargo-bike in grado di trasportare merci e prodotti nelle nostre città senza inquinare.

«Sono la parte del piano industriale che si può già toccare con mano – conferma Moretti – Abbiamo iniziato due anni fa col recupero di vecchi telai da mountain bike e bmx, e strada facendo abbiamo incontrato varie aziende artigiane che ci hanno instradato nel mondo delle cargo-bike, fino ad arrivare da Eugenio Simoncini (già ricercatore e astrobiologo per la Nasa, oggi alla guida della storica azienda artigiana Simoncini Telai, tempio della bicicletta a Gambassi Terme dal 1949, ndr). Assieme a lui abbiamo avviato una collaborazione per i componenti più delicati delle cargo-bike, ovvero carro posteriore e forcella anteriore, che abbiamo portato in strada all’Eroica e che presentiamo oggi a Scandicci Fiera.È l’abbraccio della volontà popolare e delle persone solidali, l’unica cosa che ogni tanto ci permette di rifugiarci nella consolazione».

Fuori da quest’abbraccio, che in tre anni di vertenza non è mai mancato, per i lavoratori dell’ex Gkn resta infatti il dramma personale e sociale della desertificazione industriale, condita con fondati sospetti di speculazione immobiliare.

La società GknDriveline Firenze era una fabbrica specializzata nella produzione di semiassi per veicoli a motore destinate alle case automobilistiche (l'85% circa destinato al gruppo Stellantis e specificatamente agli stabilimenti italiani, oggi in crisi anche per non aver saputo cogliere per tempo la transizione verso l’elettrico, con la complice assenza di politiche industriali adeguate). Fino a quando, il 9 luglio 2021, con un improvviso blitz venne avviata la procedura di licenziamento collettivo per tutti i 422 dipendenti e la fabbrica messa in liquidazione. Il passo successivo, con la travagliata storia dell’attuale proprietà (Qf) ha se possibile peggiorato le cose, lasciando i lavoratori rimasti (130) in un limbo che dura ancora oggi, con alle spalle ormai 10 mesi senza stipendio e ammortizzatori sociali.

Gli operai dell’ex Gkn hanno risposto con manifestazioni che nel corso degli anni hanno chiamato a raccolta oltre 100mila persone, e dato vita l’anno scorso alla cooperativa Gff – con all’interno l’associazione mutualistica Soms Insorgiamo – per reindustrializzare il polo di Campi Bisenzio e arrivare all’obiettivo di una fabbrica pubblica, pulita e socialmente integrata.

Per partire davvero, al piano industriale in pectore serve però il supporto della politica. In particolare, attraverso l’approvazione della proposta di legge regionale necessaria a dare vita a un consorzio di sviluppo industriale a guida pubblica. La pdl al momento langue in Consiglio, ma il tempo utile per approvarla sta per scadere. Sia per i lavoratori ormai da troppo tempo senza stipendio, sia per il piano industriale stesso.

«Dopo le iniziative di protesta messe in campo all’inizio di quest’estateci dissero che questione di attendere un paio di mesi, mentre l’approvazione definitiva sembra adesso già slittata a dicembre-gennaio. Non possiamo aspettare, perché in parallelo dovrebbe ormai già essere iniziata anche la discussione sul consorzio industriale per definirne formazione, regole, chi ne fa parte. Ma tutto questo non sta avvenendo. È evidente che c’è un problema di tempi – conclude Moretti – perché il mondo del fotovoltaico è in rapidissimo cambiamento e non sappiamo se il piano industriale che abbiamo elaborato, e che sarebbe pronto a partire adesso, sarà ancora valido tra un anno. Il momento per agire è adesso».

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Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.