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Anche l’industria chimica toscana vuole investire nella geotermia

Altair chemical: «Aziende energivore come la nostra stanno puntando fortemente sulle fonti rinnovabili»
 |  Toscana

A Saline di Volterra (PI), alle porte dell’area geotermica tradizionale, lavora un’azienda con un fatturato annuo da 300 mln di euro – la società Altair Chemical – che fa parte del gruppo Esseco offrendo prodotti e servizi per l’industria chimica organica e inorganica. Un’industria altamente energivora, che vede nello sviluppo di una fonte rinnovabile come la geotermia una leva preziosa per mantenere (e conquistare) competitività.

«Aziende energivore come la nostra stanno puntando fortemente sulle fonti rinnovabili – dichiara l’ad Roberto Vagheggi – proprio qui in Toscana abbiamo realizzato, nel 2021, uno dei primi Ppa (Power purchase agreement), accordo di durata decennale per la fornitura di energia green a prezzi prestabiliti per oltre 43.800 MWh annui. Negli altri nostri stabilimenti, però, abbiamo persino superato il 75% di utilizzo di energia rinnovabile grazie a centrali idroelettriche. Oggi a Saline siamo lontani da queste percentuali eppure abbiamo a disposizione una risorsa geotermica che lavora a ciclo continuo, senza soluzione di continuità in tutti i periodi dell’anno: è l’unica a rispondere a quelle condizioni green necessarie a qualsiasi industria energivora voglia investire in queste aree».

Si tratta di un tema molto caldo, è il caso di dire, per la Toscana; qui la Regione è da tempo in trattativa con Enel green power con l’obiettivo di arrivare a un rinnovo ventennale delle concessioni minerarie ad oggi in essere che sottendono l’attività di tutte le centrali geotermoelettriche attive sul territorio – delle quali Egp rappresenta il gestore – oltre a un importante ampliamento del parco installato, dato che si parla di 8 nuove centrali e investimenti nell’arco di piano pari a circa 4 miliardi di euro.

Altair chemical si dichiara pronta a «mettere in campo decine di milioni di euro per investire o co-investire su una centrale geotermica incrementale così da proseguire nel nostro percorso di decarbonizzazione», anche se è assai difficile immaginare l’affidamento a più concessionari di un  medesimo campo geotermico, in primo luogo per un efficiente gestione dello stesso. Soluzioni come la stipula di contratti Ppa tra aziende energivore e produttori di energia rinnovabile rappresentano una strada già battuta e di grande interesse, non solo in Toscana.

Da qui l’urgenza di definire potenziali sinergie tra il necessario sviluppo del comparto geotermico toscano e il tessuto imprenditoriale regionale: «Avremo più energia rinnovabile localmente – osserva Vagheggi – industrie tese concretamente alla transizione energetica sospinte da costi certi che non subiscono le fluttuazioni dei mercati, investimenti e risorse economiche da spendere sul territorio e per le sue comunità».

Redazione Greenreport

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