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Alluvione in alto Mugello, la Toscana chiede lo stato d’emergenza nazionale dopo il ciclone Boris

Giani: «Da una stima provvisoria, circa 5 milioni di euro per l’attuazione dei primi interventi urgenti»
 |  Toscana

Il ciclone Boris che si è abbattuto con particolare violenza sull’Emilia Romagna non ha risparmiato la Toscana, in particolare l’alto Mugello, che è tornato così a patire danni da alluvione. Per questo il presidente della Regione, Eugenio Giani, ha appena inviato una lettera al ministro della Protezione civile – Nello Musumeci – per chiedere lo stato di emergenza nazionale nei territori di Firenzuola, Marradi e Palazzuolo sul Senio.

Giani già domenica, a fronte del grave impatto sul territorio, ed in considerazione degli isolamenti registrati, aveva avviato la procedura per la dichiarazione dello stato di emergenza  regionale, con la lettera inviata oggi entra nel dettaglio e coinvolge direttamente il Governo.

«Da una prima ricognizione a cura del settore Protezione civile – spiega Giani – si evince una stima provvisoria per l’attuazione dei primi interventi urgenti pari a circa 5 milioni di euro rispetto alla quale mi riservo di trasmettere al più presto una ulteriore e più aggiornata quantificazione delle spese sostenute e delle risorse occorrenti sia in relazione alle misure poste in essere che per quelle da attivare rispetto al contesto emergenziale».

Giani nella lettera sottolinea gli effetti del maltempo nelle aree colpite: la compromissione di gran parte della viabilità, sia quella provinciale che comunale, con conseguente isolamento di alcune frazioni (Lutirano, Grisigliano), nonché la compromissione della rete elettrica e l'evacuazione, per motivi strutturali, di alcuni nuclei familiari dalla propria abitazione.

L’evento infatti ha comportato sostanziamene dissesti di versante anche di grandi dimensioni e profondi, aggravati da fenomeni di ruscellamento e colate detritiche coinvolgendo in particolare i versanti romagnoli della Provincia di Firenze corrispondenti all'Alto Mugello che afferiscono alla parte alta dei bacini idrografici dei torrenti Lamone, Senio e Santerno.

Redazione Greenreport

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