Cinque metri sotto l’Arno, Firenze oltre all’idroelettrico punta a riaprire l’antico tunnel
A Firenze è in rampa di lancio il progetto da 7,5 mln di euro voluto dalla Regione Toscana – attingendo alle risorse europee del Fondo di sviluppo e coesione – per riaprire un antico camminamento pedonale lungo 250 metri, che si sviluppa 5 metri sotto il livello dell’Arno, collegando collega la torre della Zecca Vecchia a piazza Poggi di fronte alla torre di San Niccolò, sulla riva sinistra del fiume.
«È un intervento a cui tengo che vuol creare una nuova direttrice per il turismo, ma non solo – spiega il presidente Eugenio Giani, oggi in sopralluogo osservando le tre idrovore al lavoro – Da ieri abbiamo cominciato a svuotare il tunnel che nel corso dei decenni ha perso l’impermeabilizzazione. Le idrovore sono al lavoro per ripulirlo e per evidenziare così i punti in cui l’acqua si infiltra. Dobbiamo capire lo stato di conservazione del manufatto dall’interno, conoscenza che renderà possibile programmare i futuri lavori di recupero della galleria con apposito studio di fattibilità».
La fiducia per poter andare avanti, intanto, c’è tutta: «Lo sviluppo della nostra città – aggiunge la sindaca Funaro –, con le nuove linee tramviarie che stanno crescendo e che collegheranno questa zona di Firenze, dove ci sarà una fermata della tramvia proprio in corrispondenza di via Malcontenti, e i nuovi parcheggi scambiatori, offrirà la possibilità sia ai cittadini sia ai turisti di avere più punti di accesso al centro storico. Avere anche questo camminamento ci consentirà di deviare i flussi che partono tra lungarno della Zecca e piazza Santa Croce. Questo tunnel sarà quindi per i turisti ma anche per i cittadini una preziosa opportunità di raccontare un'altra storia della città e anche di offrire un altro passaggio per l'altra sponda».
Soprattutto, adiacente al percorso – proprio sotto piazza Poggi – sorgerà anche una nuova centrale idroelettrica. Come spiegato già in primavera dall’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni, l’iniziativa rientra nella riqualificazione delle 13 pescaie (chiamate anche traverse, o appunto briglie) presenti nel tratto di Arno che va da Rignano a Lastra a Signa, voluta dalla Regione e finanziata con attraverso un project financing da 100 mln di euro con Iniziative toscane. Grazie all’installazione di 12 turbine (operazione che verrà completata entro il 2025) sarà possibile produrre energia equivalente al fabbisogno di 20mila famiglie e risparmiare 25mila tonnellate annue di CO2.
«Negli anni settanta dell’ottocento – conclude Giani – il tunnel serviva a far passare i tubi funzionali alla fabbrica dell’acqua che oggi stiamo in qualche modo facendo rinascere con la nuova centralina idroelettrica che entrerà in funzione a dicembre. Era un sistema tecnologico all’avanguardia, che portava l’acqua nelle case dei fiorentini e che a Firenze, che nel 1870 era capitale d’Italia, si poteva attuare. E se il tunnel sotto l’Arno allora serviva come elemento di passaggio per operai e di servizio, ora servirà a turisti e residenti che vorranno fare un percorso alternativo e affascinante».