Sin Piombino, Invitalia ha firmato il contratto da 62,3 mln di euro per la bonifica della falda
A 26 anni dalla perimetrazione del Sito d’interesse nazionale (Sin) di Piombino, Invitalia ha sottoscritto un contratto da oltre 62,3 milioni di euro per la bonifica della falda nelle aree demaniali dell’acciaieria ex Lucchini.
Finalmente una buona notizia per la città – dove da mesi circola l’ipotesi di un nuovo investimento siderurgico da parte di Metinvest-Danieli –, arrivata ieri dalla Regione Toscana: «Si tratta di un intervento funzionale anche al riutilizzo produttivo dell’area e che costituirà una delle azioni di risanamento e riqualificazione territoriale più significative del panorama nazionale», afferma il presidente Giani.
I lavori sono finanziati con complessivi 88 milioni di euro, 41 di risorse statali e 47 attribuiti dal Fondo sviluppo e coesione alla Regione Toscana in forza dell’accordo sottoscritto con il Governo nella primavera 2023. Prevedono opere di conterminazione della falda nell’intera area di stabilimento e il successivo trattamento delle acque contaminate e puntano a garantire un’adeguata sicurezza ambientale del Sin.
«Adesso – aggiunge l’assessora all’Ambiente, Monia Monni – gli abitanti di Piombino hanno la certezza che presto saranno avviati i cantieri che porteranno alla bonifica della falda nell’intera area di stabilimento prevedendo il trattamento delle acque contaminate».
Resta però ancora moltissimo da fare. Secondo i dati aggiornati dal ministero dell’Ambiente a dicembre 2023, dopo oltre un quarto di secolo è bonificato (o non più contaminato) solo il 4% della falda e il 49% dei terreni del Sin piombinese. Il contratto appena aggiudicato da Invitalia dovrebbe essere sufficiente per garantire la bonifica della falda, ma ne consegue che per bonificare l’intero Sin – che si estende su 928 ettari a terra e 2.015 a mare – occorrono molti più fondi.
La stessa Regione stima che per la sola “rimozione e gestione dei cosiddetti cumuli ex-siderurgici abbancati nelle aree pubbliche del Sin (esterne al perimetro del gruppo Jsw Steel)” occorrano 200 mln di euro, la cui richiesta di finanziamento è stata inserita al quarto punto del memorandum per le compensazioni ambientali legate all’arrivo del rigassificatore Golar Tundra, ancora non realizzate. Rigassificatore che, peraltro, adesso la Regione Liguria non sembra più disposta ad accogliere a Vado Ligure nei prossimi anni.