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Quasi azzerati i costi di smaltimento per i vivaisti

Da vaso a vaso, nasce in Toscana la prima filiera corta per il riciclo della plastica dei vivai

Scappini (Revet): «È un accordo in cui tutti hanno benefici, anche perché gli obiettivi di sostenibilità oggi riguardano tutti i tipi di aziende»
 |  Toscana

Da vaso a vaso, il progetto di economia circolare che Revet ha presentato in anteprima a Ecomondo lo scorso novembre, è stato adesso ufficialmente presentato nell’ultima assemblea dell’Associazione vivaisti italiani (Avi) ed è pronto a diventare realtà.

Grazie all’accordo di filiera firmato nelle scorse settimane, l’operatività è già in calendario per settembre. «È la prima filiera corta di riciclo dei vasi di plastica in Europa – spiega il presidente Avi, Alessandro Michelucci – Le aziende coinvolte si trovano tutte in un raggio di pochissimi chilometri. Questo significa una drastica riduzione del consumo di energia e minore impatto ambientale. E i vasi saranno certificati, con conseguenti vantaggi d’immagine e commerciali per i nostri vivai. I vivaisti Avi vedranno quasi azzerati i costi di smaltimento della plastica».

Il conferimento degli scarti di vasi (e tubi di irrigazione, che però incidono poco come quantità) a Revet sarà infatti gratuito, a parte i costi di trasporto e della logistica.

Il progetto funziona “semplicemente” mettendo a rete le eccellenze già presenti sul territorio a partire da Revet, la società pontederese che rappresenta l’hub del riciclo più importante dell’Italia centro meridionale: con 200 Comuni serviti lavora il 19% di tutte le raccolte differenziate toscane ed è in grado di riciclare la frazione delle plastiche più difficile da riciclare meccanicamente, ovvero da quegli imballaggi misti e flessibili, spesso compostiti, chiamati plasmix (in altre parole, il 70% circa degli imballaggi plastici di cui si compone la raccolta differenziata toscana).

«Per noi di Revet – argomenta l’ad, Alessia Scappini – l’accordo comporterà un po’ di aumento della quantità di plastiche trattate e di granulo venduto, oltre al vantaggio d’immagine di contribuire a una Regione che ha costruito questa filiera unica dal punto di vista della circolarità. Mentre gli stampatori potranno contare sull’affidabilità del prodotto ricevuto da noi e avranno la certezza di un mercato locale di acquirenti dei vasi così prodotti. Lo stesso vale per le agrarie, che avranno la garanzia di essere «le uniche a poter vendere ai vivaisti pistoiesi questi vasi certificati. È un accordo di filiera in cui tutti hanno benefici, purché ciascuno faccia la propria parte mantenendo gli impegni presi. Anche perché gli obiettivi di sostenibilità oggi riguardano tutti i tipi di aziende».

A partire da settembre, dunque, Revet inizierà a raccogliere i vasi (e i tubi di irrigazione) scartati dai vivai pistoiesi (direttamente nelle grandi aziende vivaistiche o nell’apposito centro di stoccaggio costituito presso Agribios); a Pontedera questi materiali verranno dunque riciclati insieme alle plastiche provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi dei cittadini toscani, per arrivare a produrre quel granulo poliolefinico che costituisce la materia prima riciclata già adesso utilizzata per la produzione di vasi riciclati.

Alcune grandi aziende di stampaggio di vasi di Pistoia e dintorni, firmatarie dell’accordo di filiera, acquisteranno infine tale granulo per produrre vasi certificati che saranno poi acquistati e commercializzati da alcune importanti agrarie (anch’esse firmatarie dell’accordo) dove i vivaisti normalmente si riforniscono per l’acquisto di vasi e di tutto ciò di cui hanno bisogno.

Un vantaggio netto per le casse dei vivaisti tanto quanto per l’ambiente, dato che le plastiche riciclate da Revet comportano emissioni di CO2 ridotte del 75% rispetto a quelle legate alla produzione di plastica vergine.

Anche il compito di «tracciare questa filiera chiusa» spetterà a Revet, «perché è l’unico soggetto che può certificare il fatto che dal rifiuto si fa una materia prima seconda da cui poi si torna a produrre l’oggetto da cui siamo partiti», come sottolinea Scappini

«Questa filiera è aperta a tutti – conclude Michelucci – e se c’è un altro stampatore che magari fra due mesi dice “voglio iniziare anch’io”, ben venga. L’importante è che sia di zona per mantenere la filiera corta. Lo stesso vale per le agrarie. E alle aziende vivaistiche interessate a smaltire la plastica dei propri vivai gratuitamente ricordo che è possibile farlo associandosi ad Avi».

Redazione Greenreport

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