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Il ponte sullo Stretto di Messina poggerebbe nella “zona rossa” della faglia a rischio sismico?

Secondo uno studio presentato dal Comune di Villa San Giovanni, la struttura ricadrebbe in un’area totalmente non edificabile
 |  Trasporti e infrastrutture

Il 2 giugno scadrà il termine dei 60 giorni per le osservazioni al piano degli espropri depositato dalla società Stretto di Messina al ministero delle Infrastrutture, propedeutico alla realizzazione del fantomatico ponte.

Un tema sul quale il Comune di Villa San Giovanni – facente parte della Città metropolitana di Reggio Calabria – ha tenuto oggi un Consiglio comunale aperto, nel quale il grande protagonista è stato lo studio firmato dall’ingegnere Paolo Nuvolone che il Comune depositerà al ministero insieme alle altre osservazioni.

Secondo quanto anticipato da La Repubblica, infatti, lo studio mostra che «a norma di legge il Ponte sullo Stretto non si può fare. Sul versante calabrese la struttura ricade per intero nella fascia di non edificabilità stabilita nel 2015 all’esito gli approfondimenti avviati dall’Ispra sulle faglie attive in Italia […] I punti di ancoraggio, il pilone, il pontile e gli svincoli previsti ricadono esattamente nell’area di totale inedificabilità indicata per legge».

Si tratta dell’ennesimo, enorme problema per un’opera contestata in blocco dagli ambientalisti e non solo, che ancor prima di nascere si presenta come inutile, costosa e molto rischiosa, come spiegato sulle nostre pagine da Mario Tozzi con dovizia di particolari.

Redazione Greenreport

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