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Addio alla posa della prima pietra del Ponte sullo Stretto nel 2026, e poi si vedrà

Il governo ha deciso di riscrivere la delibera Cipess continuando a immaginare che tutto possa filare liscio, evitando soprattutto una nuova gara come chiedono anche i magistrati contabili della Corte di conti
 |  Trasporti e infrastrutture

Addio alla posa della prima pietra del Ponte sullo Stretto nel 2026, e poi si vedrà. Il governo ieri ha deciso di riscrivere la delibera Cipess continuando a immaginare che tutto possa filare liscio evitando soprattutto una nuova gara, come chiedono anche i magistrati contabili della Corte di Centi. La nuova gara ucciderebbe il sogno dei pontieri dell’apertura dei primi cantieri: «Rifare il bando significa non fare più il Ponte», ammette Salvini.

È quanto è emerso dalla riunione tecnica, alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mantovano, e dei dirigenti del Dipartimento per la programmazione e dei ministeri dell'Economia, degli Affari europei, delle Infrastrutture e dell'Ambiente, e con l'ad della Stretto di Messina, Pietro Ciucci.

La soluzione immaginata è di non chiedere la registrazione con riserva da parte della Corte dei Conti della delibera bocciata - altra ipotesi immaginaria - e di lavorare ad una nuova delibera Cipess, accogliendo qua e là qualche rilievo dei magistrati. Ma intanto passerà anche il prossimo anno senza i cantieri promessi, e dovranno di nuovo superare l’altissima asticella della Corte dei Conti per evitare un nuovo bando di gara. Missione praticamente impossibile.

Redazione Greenreport

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