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Ponte, interrogazione alla Commissione Ue: «Mancano studi su rischi sismici ed erosione costiera»

L’iniziativa di 21 europarlamentari di Pd, M5S e AVS. Chiesto un pronunciamento anche sulla conformità con le direttive comunitarie e le possibili interferenze con le aree Natura 2000
 |  Trasporti e infrastrutture

Già una settimana fa diversi europarlamentari di Pd, M5S, AVS avevano organizzato un flashmob a Strasburgo contro il Ponte sullo Stretto e per chiedere alla Commissione europea di negare la deroga a costruire «necessaria per aggirare i vincoli imposti alla costruzione in Zone protette speciali – avevano scritto in una nota – quali sono quelle che verrebbero coinvolte nella realizzazione dell’opera». «Noi non ci fermeremo – aveva promesso la responsabile Conversione ecologica del Pd Annalisa Corrado – il tema è di assoluta rilevanza europea: mancano del tutto i motivi di interesse pubblico che sono necessari per la concessione della deroga da parte della Commissione. Quello dell’ecomostro voluto da Salvini è un progetto nebuloso, dannoso, antistorico e insostenibile che arrecherebbe danni incalcolabili ai territori coinvolti e alla biodiversità degli ecosistemi su cui inciderebbe, con rischi enormi per la salubrità ambientale che ricadrebbero sulle comunità coinvolte. Per non parlare del fatto che si sta ragionando di costruire il ponte sospeso più grande d’Europa su faglie attive, in una zona ad elevatissima attività sismica». 

Dopo le proteste, è ora arrivata anche un’iniziativa di carattere formale che chiede a Bruxelles un pronunciamento su quanto sta avvenendo in Italia e in particolare intorno allo Stretto di Messina. In un’interrogazione sul progetto del Ponte presentata alla Commissione Ue, 21 europarlamentari sottolineano la «mancanza di studi tecnici sui rischi sismici, erosione costiera e interferenze con le aree Natura 2000». Nel testo vengono poi vengono sottolineate «la pericolosità delle autorizzazioni in deroga e la dubbia sostenibilità economica dell’opera, la cui realizzazione, a fasi progressive potrebbe comportare dispersione di risorse pubbliche e squilibri territoriali, in contrasto con la strategia europea di continuità territoriale». 

Nell’interrogazione presentata alla Commissione Ue dai partiti che nel Parlamento italiano siedono nei banchi dell’opposizione si fa anche riferimento alle «forti preoccupazioni dei territori interessati, sfociate, tra l’altro, in un ricorso al Tar del Lazio dei Comuni di Reggio Calabria e Villa San Giovanni» e ai «rischi di incompiutezza, agli impatti socio-economici sulle comunità ed al deficit di trasparenza». Per questi motivi, nell’interrogazione si chiede alla Commissione europea «se, alla luce dell’esistenza di faglie sismiche, ed in particolare di quella attiva denominata 'Cannitello', e dell’assenza di studi specifici sull’erosione costiera, sono state svolte verifiche sulla conformità del progetto alle Direttive Ue». Inoltre, «considerate le 239 prescrizioni imposte nell’autorizzazione Via-Vas», gli europarlamentari Pd, M5S e AVS chiedono alla Commissione «di effettuare una valutazione sul rapporto costi-benefici dell’opera rispetto ad alternative più compatibili con il 'Green deal'; se la stessa Commissione sia stata interpellata per l’utilizzo di fondi Ue e quali iniziative intenda adottare per monitorare la trasparenza, il coinvolgimento delle comunità locali e la salvaguardia dei diritti dei cittadini coinvolti».

Redazione Greenreport

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