Ponte, i cittadini che hanno presentato ricorso contro l’opera condannati a pagare 240 mila euro
Nei mesi scorsi 104 cittadini avevano presentato un ricorso contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Il Tribunale di Roma (sezione specializzata in materia Imprese) lo ha dichiarato inammissibile. E i cittadini che avevano presentato l’azione inibitoria collettiva contro la società Stretto di Messina Spa sono stati condannati a pagare le spese di giudizio in favore della concessionaria dell’opera. Spese ammontanti a 238.143 euro.
Le 104 persone interessate da questo pronunciamento molto probabilmente presenteranno ricorso, ma intanto quanto avvenuto viene duramente criticato dal Wwf Italia: le sentenze vanno sempre rispettate, è la premessa d’obbligo, ma l’associazione ambientalista, pur non essendo direttamente coinvolta nell’azione portata avanti dai cittadini, «non può che giudicare questa condanna priva di alcuna giustificazione e pericolosa». Si tratta, sottolinea il Panda, di «una pagina nera per il diritto italiano perché vengono colpiti semplici cittadini che hanno scelto di esercitare il proprio diritto di accesso alla giustizia». La domanda che muove il Wwf è questa: «Mentre nel resto del mondo, sulla base di convenzioni internazionali a cui anche l’Italia aderisce, si incoraggia l’attivazione dei cittadini, singoli o organizzati in associazioni, in Italia si intende reprimere questo diritto?»
Ed è una domanda tanto più lecita alla luce di quel che sta avvenendo a livello legislativo negli ultimi mesi ad opera del governo. «Con l’inasprimento selettivo delle pene per chi protesta in difesa dei beni ambientali e con il decreto di legge Sicurezza in discussione, si sta già vivendo un tentativo di limitare gli ambiti del diritto di manifestare – denuncia il Panda – non vorremmo che ora si voglia restringere anche l’accesso alla giustizia attraverso condanne al pagamento di somme totalmente ingiustificate, oltretutto a soggetti che già sono costati centinaia di milioni di euro di tasse degli italiani».