Legambiente sull’arresto del Presidente della Regione Liguria
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, dominus del centro-destra ligure quasi allo scadere del suo secondo mandato, è stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta per voto di scambio e corruzione e atti contrari ai doveri di ufficio e, per alcuni casi, di agevolazione dell’attività mafiosa. Al momento, Toti è agli arresti domiciliari.
Il governatore era atteso a Ventimiglia dove doveva incontrare Flavio Briatore e inaugurare un nuovo Twiga in riviera. E’ finito agli arresti anche il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani. E’ stato arrestato anche l’ex presidente del Livorno e del Genoa Aldo Spinelli, uomo di grandissimo potere nel porto. Direttamente in carcere è finito l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e oggi amministratore delegato della multiutility Iren Paolo Emilio Signorini.
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, e Stefano Bigazzi, presidente di Legambiente Liguria, commentano quello che sembra la prima potente scossa di un terremoto giudiziario che potrebbe demolire un sistema di potere che sembrava senza alternative::«Per molti capi di imputazione sono evidenti le attinenze a problematiche di carattere ambientale e di tutela del territorio, come la questione dei tombamenti portuali a Genova, il consumo di suolo e territorio, le concessioni balneari e gli appalti. Del resto, come denunciamo ogni anno nel Rapporto Ecomafia, le inchieste sulla corruzione sono spesso intrecciate con le vicende ambientali e gli interessi della criminalità organizzata».
Ciafani e Bigliazzi concludono: «Seguiremo da vicino l’andamento di questa inchiesta anche attraverso il nostro Centro di Azione Giuridica nazionale e ci riserviamo di prendere tutte le iniziative possibili che attengono ai nostri compiti statutari».