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Campi Flegrei, dall’Ingv un nuovo osservatorio per monitorare la caldera sommersa

Potenziata la raccolta dati per stimare l’energia associata al processo di degassamento sottomarino e il monitoraggio delle eventuali variazioni
 |  Prevenzione rischi naturali

Dopo le forti scosse che la scorsa settimana hanno portato una nuova ondata di paura nell’area dei Campi Flegrei, cui il Governo Meloni non è ancora riuscito a rispondere, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha potenziato il monitoraggio sottomarino della caldera.

Quest’ultima si estende infatti si estende anche nell’area marina nel Golfo di Pozzuoli, dove è già presente la rete di monitoraggio geofisico multiparametrico “Medusa”.

«È stato recentemente installato un nuovo osservatorio multiparametrico per lo studio del processo di degassamento idrotermale sottomarino», spiegano dall’Osservatorio vesuviano dell’Ingv, aggiungendo che la nuova installazione è stata realizzata anche grazie al contributo del dipartimento della Protezione civile.

L’area interessata è stata individuata in un particolare settore del Golfo di Pozzuoli noto come “Secca delle Fumose”, già oggetto di studi e monitoraggio e dove è prevista l’installazione di altre strumentazioni scientifiche marine.

«Il nuovo osservatorio marino – argomenta l’Ingv – consente di monitorare in continuo la temperatura delle emissioni idrotermali nel fondo, la concentrazione di anidride carbonica (CO2) di origine vulcanica disciolta nell’acqua di mare e la corrente marina: tutti parametri utili per la stima dell’energia associata al processo di degassamento sottomarino e il monitoraggio delle eventuali variazioni».

Redazione Greenreport

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