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Campi Flegrei, l’Ingv: «Legame deformazioni e sismicità. No evidenze di un’eruzione vulcanica a breve»

Sgomberate circa 300 persone dopo i terremoti dei giorni scorsi. Il capo della Protezione civile Ciciliano ha incontrato i sindaci della zona: «L’evacuazione della popolazione è prevista esclusivamente nel piano vulcanico, non in quello riguardante il bradisismo»
 |  Prevenzione rischi naturali

Quelle appena passate sono state giornate di tensione nei Campi Flegrei, con ripetute scosse che hanno costretto a sgomberare per motivi di sicurezza nei Comuni di Napoli, Pozzuoli e Bacoli circa 300 persone. Il Prefetto di Napoli, Michele di Bari e i vertici della Protezione civile nazionale con il capo Fabio Ciciliano ieri sono stati a Baia per un vertice sulla crisi sismica e su le iniziative da attuare. «L’evacuazione della popolazione è prevista solo ed esclusivamente nel piano vulcanico – ha sottolineato Ciciliano – il piano per il bradisismo, del quale ci stiamo occupando in questi giorni, non prevede assolutamente l’evacuazione, così non è prevista l’evacuazione durante un sisma».

Il punto sul bradisismo viene fatto dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) in un dettagliato focus. La scossa del 13 maggio, secondo le informazioni raccolte dall’Osservatorio vesuviano, ha dato il via a uno sciame sismico, conclusosi nella notte successiva e facendo registrare un totale di 44 eventi. La sismicità dell’area dei Campi Flegrei, ricorda l’Ingv, è strettamente correlata alla dinamica vulcanica e in particolare alle fasi di deformazione e sollevamento del suolo, che è parte del fenomeno noto appunto come bradisismo. L’attuale crisi bradisismica, iniziata nel 2005, ha finora prodotto un sollevamento massimo di circa 140 cm nell’area centrale della caldera, misurato in una piccola area a 500 metri a sud del Rione Terra (Pozzuoli). Nelle ultime tre settimane, la velocità media di sollevamento del suolo in questa zona si è attestata intorno ad un valore preliminare di ~30±5 mm/mese (come indicato nel bollettino settimanale dei Campi Flegrei, 3-9 marzo 2025). Un esame dei dati presenti nel Bollettino mensile di febbraio, fa notare l’Ingv, evidenzia che: a) nei mesi precedenti, da agosto 2024, la stessa zona, al centro della caldera, aveva mostrato un tasso di sollevamento medio di ~10 mm/mese; b) solo durante la seconda metà di febbraio 2025 tale valore era salito a ~15±5 mm/mese. Si legge nel report Ingv: «Nel quadro generale in cui deformazioni e sismicità ai Campi Flegrei continuano a essere strettamente associate, il terremoto di magnitudo Md 4.4 del 13 marzo si inserisce in un contesto di tasso di sollevamento in rapido aumento che invece non era stato rilevato in occasione dell’evento di pari magnitudo del 20 maggio 2024. Quell’evento era infatti avvenuto in condizioni di deformazione progressiva e continua, a testimonianza del fatto che non c’è relazione diretta tra velocità di sollevamento del suolo e magnitudo e che, se fosse necessario ribadirlo, non è possibile stabilire né quando i terremoti arrivano né quale intensità avranno».

C’è però anche un’altra domanda con cui fare i conti, questa: ci sarà un’eruzione vulcanica a breve? Ed ecco la risposta dell’Ingv: «Sebbene da molti mesi si continuano a registrare variazioni fluttuanti e variabili, ma sostenute, di alcuni parametri quali la velocità di deformazione del suolo e l’emissione di CO2, gli altri parametri rilevati dal sistema di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano-INGV nel suo complesso, non mostrano al momento evidenze dell’imminenza di una eruzione vulcanicasoprattutto alla luce di un’analisi di tutti i parametri geofisici e geochimici nel loro complessoNon ci sono, ad esempio, segnali sismici che indichino il movimento di magma verso la superficie né anomalie geofisiche e geochimiche tali da indicare una perturbazione del sistema idrotermale. Gli scenari che possiamo aspettarci nel breve termine vanno, quindi, inseriti nel quadro geofisico che la caldera dei Campi Flegrei mette in luce da tempo: la sismicità proseguirà fin quando sarà in atto il sollevamento del suolo e i terremoti di energia confrontabile con quella del terremoto odierno, o di poco superiore, saranno ancora possibili. Restano possibili una intensificazione della crisi bradisismica come pure una sua diminuzione, con un passaggio da sollevamento a subsidenza (così come avvenuto nelle crisi del secolo scorso)».

Redazione Greenreport

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