
Nuova notte di paura nei Campi Flegrei, con oltre 500mila persone ancora impreparate alla crisi

I Campi Flegrei sono la più grande caldera urbanizzata e attiva nel cuore del continente europeo, dove il bradisismo causa continuamente il sollevamento del suolo, quando non terremoti ed emissioni fumaroliche. Il problema è che nell’area vivono oltre 500mila persone, di nuovo terrorizzate stanotte dalla “scossa più forte da 40 anni” che è tornata a colpire a neanche 10 mesi di distanza dall’ultima volta.
Dalle ore 01:25 di oggi, come segnalato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), è infatti in corso uno sciame sismico nell’area dei Campi Flegrei, con l’evento maggiore registrato di magnitudo 4,4, analoga a quella verificatasi il 20 maggio scorso.
Al momento non si registrano gravi danni – solo un ferito a causa del crollo di un controsoffitto – ma la paura comprensibilmente continua a montare e la Protezione civile ha attivato per l’ennesima volta l’Unità di crisi, e messo in allestimento aree di attesa per i cittadini, così come previsto dai piani comunali: a Napoli ad esempio l’area A128 in viale della Liberazione e la A125 in piazzale Ippodromo, oltre all’area di accoglienza presso la sede della Municipalità 10 in via Acate; a Bagnoli invece è attivo è l’HUB del Palatrincone, servito da navette da/per le aree di attesa Lungomare Pertini - Largo del Ricordo - Parco Urbano Via Vecchia delle Vigne (C9)- Agnano Pisciarelli Via Paolella.
Ma si tratta di palliativi. «È in corso un'ulteriore intensificazione della crisi bradisismica rispetto al 2023 – spiega Francesca Bianco, direttrice del dipartimento Vulcani dell’Ingv – Quanto è avvenuto la notte scorsa non è inaspettato, anche se non è possibile stabilire quando arriverà un terremoto né quale intensità avrà», sebbene al momento «non abbiamo assolutamente evidenze di magma a bassa profondità», ovvero una condizione considerata «un segnale tipico di un’eruzione». Che prima o poi però avverrà.
È ancora l’Ingv a spiegare che «anche se lo scenario con la più alta probabilità di accadimento è quello di una eruzione piccola (come avvenuto per l’eruzione di Monte Nuovo del 1538), come scenario di riferimento per la valutazione delle aree potenzialmente esposte ai diversi fenomeni durante una futura eruzione, è stato scelto quello relativo alla fase più intensa di una eruzione di scala media (tipo quella avvenuta ad Astroni 4000 anni fa). Su tale scenario è stata definita la pianificazione di emergenza e sono state individuate le aree esposte ai diversi tipi di pericoli (flussi piroclastici per la zona rossa, caduta di ceneri per la zona gialla)».
Un simile scenario presenta però un livello di complessità enorme, dato che solo la zona rossa – dove in caso di allarme l’evacuazione preventiva, da realizzarsi in 72 ore, è l’unica misura di salvaguardia per la popolazione – ricadono 7 Comuni dove abitano circa 500mila persone: i Comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, oltre a parte dei Comuni di Giugliano in Campania e Marano di Napoli e infine alcuni quartieri di Napoli; la zona gialla, invece, racchiude altri 7 Comuni dove vivono 800mila persone.
«Uno dei punti fondamentali è questo – sottolinea nel merito il geologo del Cnr Mario Tozzi – Il mezzo milione di cittadini a rischio sa cosa deve fare? Cioè bisogna convincere le persone a scappare lasciando tutto a casa, compresa la propria auto, a recarsi in un punto di raccolta e prendere un mezzo pubblico per andare chissà dove. I cittadini sono pronti a fare questo? Altrimenti ci troveremmo a sapere dell’eruzione con 72 ore di anticipo ma poi avere le strade intasate. Continuiamo a trattare i Campi Flegrei come un territorio qualsiasi. Piuttosto che persuadere la gente ad andar via, abbiamo invogliato a viverci, abbiamo continuato a costruire».
Per affrontare la crisi in corso e le possibili evoluzioni catastrofiche, nell’ottobre del 2023 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto per le misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al bradisismo nell'area dei Campi Flegrei; nell’estate 2024 è stato nominato Fulvio Maria Soccodato a Commissario straordinario di governo per l'attuazione degli interventi pubblici nell'area dei Campi Flegrei, prevedendo però sole poche centinaia d’euro d’incentivi per chi lascerà le abitazioni soggette al rischio bradisismo; nel corso dell’ultimo anno sono state infine condotte dalla Protezione civile tre esercitazioni per l’evacuazione emergenziale dei Campi Flegrei, ma stanotte è emersa ancora una volta l’evidenza che la maggior parte delle persone in caso di crisi non sa come comportarsi.
Non è una sorpresa: alla conclusione di Exe Flegrei 2024, l’esercitazione nazionale sul rischio vulcanico ai Campi Flegrei organizzata dal 9 al 12 ottobre scorso, la somma degli operatori di protezione civile (700) e dei volontari messi in campo (1000) ha superato quella dei cittadini effettivamente coinvolti (soli 1500, su 500mila residenti).
«Attendiamo una valutazione seria e rigorosa da parte delle strutture scientifiche, che devono dirci – commenta a caldo Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania – qual è il livello di prevenzione a cui dobbiamo arrivare. Noi approveremo una dichiarazione per la mobilitazione generale, non lo stato di allarme altrimenti dovremmo chiudere tutto, ma approveremo una richiesta al Governo di un intervento della Protezione civile nazionale adeguato al problema che si è determinato, che ovviamente aggraverà i costi per le famiglie: bisognerà fare molti più interventi per verificare lo stato di agibilità degli edifici, occorrono tecnici, risorse, e dunque ci vorrà un impegno straordinario del Governo nazionale».
