Nuova alluvione in Sicilia: il legame tra nubifragi e Mediterraneo bollente non è un caso
Secondo la “regola 39” di Leroy Jethro Gibbs di NCIS “le coincidenze non esistono”. All’alluvione lungo la costa siciliana del 13 novembre si può tranquillamente applicare questa regola. Si è trattato di un evento particolarmente violento e localizzato, come si vede dalla carta della Regione Sicilia e da quella di Meteonework. Annoto che in pluviometri "non ufficiali" ma pur sempre affidabili in quanto fanno parte di reti amatoriali note sono stati registrati oltre 500 mm di pioggia.
Un aspetto importante della faccenda è la temperatura della superficie del mare. Vediamo qui sotto quella generale del Mediterraneo e quella particolare dello Jonio davanti alla Sicilia.
In questo caso, pur non essendo una scena del crimine, la regola di Gibbs è rigorosamente valida: l’evidentissima anomalia termica della temperatura della superficie del mare ha portato a questa precipitazione e una terza coincidenza, la presenza di un gigante come l’Etna, ha contribuito ad ingigantire la cosa.
Da notare nella figura sotto come oltre alla costa siciliana a nord di Catania anche le zone di alimentazione delle piogge che hanno martoriata nelle ultime settimane la Toscana meridionale, l’Emilia – Romagna e la costa spagnola tra Valencia, Barcellona e Girona corrispondano quasi esattamente a zone dove è particolarmente elevata l’anomalia della temperatura della superficie del mare. Anche in questi casi non si tratta di coincidenze e vale sempre la regola 39 di Gibbs. Da notare che queste anomalie persistono da diverse settimane: si vedono anche nelle carte mensili ma adesso, a metà novembre, sono ancora più evidenti.
Purtroppo la situazione è destinata a peggiorare in futuro: lo dimostra il grafico dell’andamento della temperatura globale del Mediterraneo che continua imperterrita a salire, anche se, per fortuna, non sta andando in esponenziale come la traiettoria delle temperature globali.
Il problema è che il mare troppo caldo è alla base del meccanismo principale per la formazione dei temporali noti come V-Shaped, perchè nelle immagini satellitari la tempesta assume una forma a V. I V-Shaped appresentano attualmente un tipo di eventi meteo estremamente pericolosi nell'area mediterranea: tali tempeste, oltre ad essere forti sono in genere stazionarie e autorigeneranti. A Valencia la stazionarietà dell’autorigenerante fra la seconda e la terza è stato uno degli elementi che ha contribuito a rendere devastante il disastro, e purtroppo quando si verifica l'accoppiata fra violenza e durata della precipitazione, danni enormi in aree limitate sono una conseguenza logica (l'alluvione delle Marche del settembre 2022 e quella della Toscana del novembre 2023 sono classici esempi recenti di eventi di questo tipo).
Mala tempora currunt, ma andatelo a dire a quelli della COP 29 e ai governi che usciranno da qualsiasi accordo sul clima.