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Dal Governo 210 milioni di euro contro il dissesto idrogeologico, ma servirebbero oltre 38 miliardi

Dal Mase quattro decreti per finanziare «opere prioritarie» in Emilia-Romagna, Lazio, Abruzzo e Umbria
 |  Prevenzione rischi naturali

Con quattro diversi decreti – ora trasmessi agli organi di controllo – il ministero dell’Ambiente (Mase) ha destinato ad altrettante Regioni oltre 210 milioni di euro per fronteggiare le criticità idrogeologiche: 75 milioni all’Emilia-Romagna, 69,9 al Lazio, 36,1 all’Abruzzo e 30,2 all’Umbria.

«Il ministero – spiega il ministro Pichetto Fratin – continua a lavorare con grande impegno sul tema del contrasto al dissesto idrogeologico, con importanti stanziamenti economici che si aggiungono a molte misure di efficiente governance, come quelle più recentemente individuate nel decreto ambiente che rafforzano i poteri dei Presidenti di Regione nel loro ruolo di Commissari Straordinari. I decreti odierni ci permettono di avviare e proseguire opere necessarie per la sicurezza dei territori». Anche se in minima parte.

In questo caso la programmazione delle risorse per il 2024, nell’ambito del Piano degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico, ha individuato 59 opere prioritarie per ciascuna Regione interessata, ma si tratta di una goccia nel mare delle risorse che sarebbero necessarie.

Basti osservare che per fare davvero i conti con l’acqua – in base alle stime elaborate dalla Fondazione Earth and water agenda (Ewa) – servirebbero 10 mld di euro aggiuntivi l’anno, a fronte dei 7 che il sistema-Paese finora riesce a stanziare. Volendo limitare il conto ai soli investimenti incentrati sulla lotta al dissesto idrogeologico, si scende comunque a 38,5 miliardi di euro complessivi in un decennio (in linea con gli investimenti stimati già nel 2019 per realizzare gli 11mila cantieri messi in fila dalla struttura di missione "Italiasicura", che ha lavorato coi Governi Renzi e Gentiloni).

Risorse che il Governo Meloni non pare affatto intenzionato a stanziare, a partire dalla legge di Bilancio in fase d’esame parlamentare.

Di certo c’è solo che la manovra di bilancio 2024, all’articolo 92, istituisce un Fondo “destinato al finanziamento degli interventi di ricostruzione e delle esigenze connesse alla stessa”. Il titolo sarebbe anche promettente: “Misure in materia di calamità naturali ed emergenze (Fondo per la ricostruzione)”. Ma l fondo per la difesa degli italiani resterà senza fondi per le prossime annualità 2025 e 2026. Gli stanziamenti sono rinviati alle manovre future che saranno gestite da chissà quale maggioranza dall’anno 2027 per 1,5 miliardi e poi a seguire per 1,3 miliardi a partire dal 2028. Risorse peraltro insufficienti, come già evidenziato. Eppure investire in prevenzione converrebbe eccome: solo negli ultimi due anni, fermando il computo a settembre 2024, in Italia si contano danni da alluvioni per 16 miliardi di euro.

Redazione Greenreport

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