Le pale eoliche avrebbero potuto impedire il disastro nucleare di Fukushima Daiichi
Lo studio “Greener is cheaper: an example from offshore wind farms”, pubblicato sulla National Institute Economic Review da Suby Bhattacharya delluniversity of Surrey e di RENEW-RISK e da Dan Kammen dell’ Energy and Resources Group and Renewable and Appropriate Energy Laboratory dell’università della California Berkley , ha scoperto che le pale eoliche offshore avrebbero potuto evitare il disastro nucleare del 2011 in Giappone mantenendo in funzione i sistemi di raffreddamento ed evitando la fusione. Il team ha anche scoperto che i parchi eolici non sono così vulnerabili ai terremoti.
Bhattacharya che insegna geomeccanica, sottolinea che «L’energia eolica ci fornisce energia pulita in abbondanza: ora sappiamo che potrebbe anche rendere altri impianti più sicuri e affidabili. L'analisi globale rileva che più green è davvero più economico, grazie alla diminuzione dei costi di costruzione e ai nuovi modi per ridurre l'impatto ecologico delle turbine eoliche».
Una delle scoperte più eclatanti del rapporto è che «I nuovi parchi eolici possono produrre energia in modo molto più economico rispetto alle nuove centrali nucleari».
Nel Regno Unito il costo totale della produzione di energia eolica è diminuito drasticamente, da 160 sterline/MWh a 44 sterline/MWh e questo include tutti i costi di pianificazione, costruzione, gestione e smantellamento di un parco eolico per tutta la durata della sua vita. In confronto, il governo conservatore britannico ha accettato di pagare 92,50 sterline/MWh per l’energia prodotta nella centrale nucleare di Hinkley Point C.
Bhattacharya fa notare che «Quel che rende l’energia eolica così attraente è che il carburante è gratuito e il costo di costruzione delle turbine sta diminuendo. Ce n’è abbastanza, e soffia in tutto il mondo, per alimentare il pianeta 18 volte. Il nostro rapporto dimostra che l’industria sta risolvendo le sfide pratiche e sta rendendo sostenibile anche questa energia verde».
E i ricercatori concludono facendo notare che anche se in condizioni di vento moderato viene prodotta meno energia, «L’elettricità generata potrebbe essere immagazzinata in batterie, come previsto per il progetto Ishikari al largo della costa di Hokkaido, in Giappone. Oppure potrebbe essere utilizzato per produrre idrogeno dall’acqua di mare, dandoci il carburante del futuro».