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Con questo trend a fine anno l’Italia si fermerebbe a +4,9 GW, neanche la metà del necessario

A febbraio calano produzione da fonti rinnovabili (-13,4%) e crescita dei nuovi impianti (-38%)

Terna: «Nei primi due mesi del 2025 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 820 MW»
 |  Nuove energie

La società che gestisce la rete elettrica nazionale in alta tensione, Terna, ha appena aggiornato i dati al mese di febbraio mostrando che la transizione energetica italiana sta frenando – come già anticipato dall’Enea – mentre nel resto d’Europa continua a correre.

Nel corso dell’ultimo mese la domanda di elettricità italiana è stata soddisfatta per solo il 29,1% da fonti rinnovabili, la cui produzione è in calo del 13,4% rispetto allo stesso mese del 2024; frena anche l’installazione dei nuovi impianti, che nei primi due mesi dell’anno ha registrato appena +820 MW (-38%), con un crollo nelle installazioni di impianti fotovoltaici (+811 MW, -34%) e soprattutto eolici (+4 MW, -97%).

Continuando a questo ritmo, a fine anno l’Italia si troverebbe con soli +4,9 GW di nuovi impianti rinnovabili in esercizio, allontanandosi così ulteriormente dal percorso di decarbonizzazione e contenimento dei costi in bolletta. Come documenta Legambiente, per rispettare infatti il pur timido obiettivo contenuto nel decreto Aree idonee del Governo Meloni, ovvero installare +80 GW dal 2021 al 2030, l’Italia dovrebbe fare spazio a nuovi impianti per un minimo di 10,38 GW/anno – che diventano +12 GW/anno per rispettare appieno i target RePowerEu fatti propri dal Piano elettrico 2030 elaborato dalla confindustriale Elettricità futura –, mentre anche nel 2024 si è fermata ampiamente sotto questa soglia (+7,48 GW)

Tutto questo mentre anche Mario Draghi, ieri in audizione in Senato, è tornato a sottolineare la necessità di «accelerare lo sviluppo di generazione pulita e investire estesamente nella flessibilità e nelle reti» per contenere il costo dell’energia che paghiamo in bolletta: «È indispensabile semplificare e accelerare gli iter autorizzativi, e avviare rapidamente gli strumenti di sviluppo: questo abiliterebbe nuova produzione a costi più bassi di quella a gas, che rappresenta ancora in Italia circa il 50% del mix elettrico (a fronte di meno del 15% in Spagna e di meno del 10% in Francia)».

Più in generale, i dati Terna mostrano che a febbraio la domanda elettrica è stata pari a 24,9 mld di kWh, in calo del 2,1% rispetto allo stesso mese del 2024, che diventa però +0,6% corretto dall’effetto di un giorno lavorativo in meno (20 invece di 21) e della temperatura media mensile inferiore di 1,5°C. Nei primi due mesi dell’anno, il fabbisogno nazionale rettificato in considerazione del confronto con un anno bisestile è pari a +1% (-0,5% il dato grezzo).

L’indice Imcei elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, è in flessione dell’8,4% rispetto a febbraio 2024 (-6,1% la variazione rettificata). Tutti i comparti hanno ottenuto una variazione negativa. I primi due mesi dell’anno fanno registrare una diminuzione del 5,5% rispetto allo stesso periodo del 2024.

L’indice Imser elaborato da Terna sui dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione (E-Distribuzione, Unareti, A-Reti, Edyna e Deval), e che viene presentato in differita di due mesi rispetto ai dati dei consumi elettrici e industriali, ha fatto registrare a dicembre 2024 una variazione positiva del 4,6% rispetto a dicembre 2023. Complessivamente, nel 2024 la variazione rispetto al 2023 risulta in crescita del 4%.

Tornando al bilancio mensile di Terna, nel mese di febbraio 2025 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’83,7% dalla produzione nazionale e per la quota restante (16,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile è stato pari a 4,1 TWh, -33,6% rispetto al valore record registrato a febbraio 2024 (6,1 TWh).

In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 21 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 29,1% della domanda elettrica. In aumento la fonte fotovoltaica (+10,4%) e termica (+21,3%). In diminuzione la fonte idrica (-7,5%), eolica (-44,4%) e geotermica (-6,2%).

Redazione Greenreport

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