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Arriva a Ravenna la nave rigassificatrice BW Singapore, Italia sempre più legata al metano fossile
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Dopo la tappa al cantiere navale Fincantieri di Palermo – tra i più importanti del Mediterraneo – è in arrivo oggi a Ravenna la nave rigassificatrice BW Singapore, acquistata un anno fa da Snam per 367 milioni di euro. Si tratta di una nave gasiera che fungerà da galleggiante per lo stoccaggio di gas liquefatti: è inquadrata come unità “FloatinStorage/Production”, naviga sotto la bandiera del Regno Unito e ha una lunghezza “fuori tutto” di 292,57 metri, mentre la sua larghezza è di 43,4 metri.
Proveniente dai cantieri di Dubai, la nave si è fermata a Palermo per poco più di un mese per completare le operazioni di rifinitura tecnica; più specificatamente, per lavori meccanici, strumentali ed elettrici di messa a punto di alcune apparecchiature. Successivamente, la nave rigassificatrice ha fatto scalo presso il terminal di Cartagena, in Spagna, per le successive operazioni cosiddette di messa in gas e raffreddamento. La nave è, dunque, attesa a Ravenna per il collegamento alla piattaforma d’ormeggio a circa 8 chilometri al largo dalla città, completata nel novembre scorso; le ultime attività di verifica, propedeutiche all’entrata in esercizio vera e propria, sono previste nei primi giorni di aprile (2025).
Fonti Snam assicurano che con l’entrata in funzione della BW Singapore la capacità complessiva di rigassificazione italiana salirà a 28 miliardi di metri cubi, equivalente ai volumi importati via gasdotto dalla Russia nel 2021, prima del conflitto russo-ucraino.
La Singapore arriva con una piccola quantità di gas naturale liquefatto, circa 10mila metri cubi, e inizierà le operazioni programmate dai protocolli e le fasi di test; a metà marzo si prevede la prima operazione di transhipment (trasbordo) e le si accosterà la prima metaniera con mezzo carico stimato in 70/80.000 metri cubi. Questo sarà il primo trasferimento da nave a nave (ship to ship) che varrà anche come ulteriore collaudo degli impianti di bordo.
Rileva richiamare che è appena giunto il via libera del Comune di Ravenna al progetto di rinaturalizzazione, che sarà realizzato da Snam nell'ambito degli accordi sul rigassificatore, con un intervento che trasformerà 80 ettari di terreni agricoli in un'area naturale, con boschi, siepi, prati e habitat costieri. L'investimento previsto è di circa 8,9 milioni di euro, sarà completato entro un anno dall'entrata in funzione dell'impianto di rigassificazione medesimo. Dopo aver terminato il periodo di gestione iniziale da parte di Snam, stabilito in tre anni, l'area rinaturalizzata verrà acquisita dal comune ravennate.
Tuttavia, non possiamo ignorare il fatto che, a pochi giorni dall’arrivo nel porto di Ravenna della nave rigassificatrice, il Coordinamento ravennate “Per il clima - Fuori dal fossile” ha effettuato un presidio ambientalista domenica scorsa. L’iniziativa in questione nasce dall’opposizione cittadina alla presenza del rigassificatore: gli attivisti, infatti, chiedono alle istituzioni di assumere impegni concreti per definire una road map chiara sull’attività concreta - prima della dismissione - dell’impianto, oltre a garantire un monitoraggio costante e indipendente della qualità dell’aria, dell’ambiente marino e dell’impatto sulla salute pubblica.
Lo slogan scelto dal Coordinamento ravennate per la manifestazione è molto eloquente: “Uscire dalla camera a gas è necessario. Uscire dalla camera a gas è possibile.”
La mobilitazione si inserisce in un più ampio contesto di proteste che, a livello nazionale, mirano a contrastare l’espansione delle infrastrutture legate al gas e a spingere per un futuro energetico più sostenibile e libero dalle fonti fossili.
Come sempre, del resto, la ricerca di un possibile equilibrio per soddisfare il fabbisogno energetico del Paese, ben lontano dall’essere un mero esercizio di retorica, dovrà porre le basi per costruire una condivisa programmazione, capace di guardare con la necessaria attenzione agli effetti sul clima, provocati dalla combustione dei materiali fossili e prepari, a sua volta, la strada vera e propria per l’implementazione delle tecniche che facilitano lo sviluppo delle fonti rinnovabili, di cui non solo l’Italia ma il pianeta stesso ha un gran bisogno.
Noi vigileremo, giorno e notte, affinché il porto di Ravenna e i ravennati abbiano la maggior protezione possibile per la loro salute e venga adeguatamente tutelato il delicato ecosistema di quella pregevolissima e unica costa dell’Adriatico.
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