Negli Usa le rinnovabili continueranno a correre anche con Trump alla Casa bianca
Se Antonio Guterres dice che «l’era dei combustibili fossili è agli sgoccioli mentre l’evoluzione delle energie rinnovabili è inarrestabile» non è perché a guidarlo c’è l’ottimismo della volontà contro il pessimismo della ragione di gramsciana memoria. Anche se parla pochi giorni dopo l’insediamento di Donald Trump alla Casa bianca e le relative promesse di rilancio del fossile, il segretario generale delle Nazioni unite sa che negli stessi Stati Uniti la corsa di eolico e fotovoltaico potrà subire dei rallentamenti, rispetto agli anni dell’amministrazione Biden, ma non verrà arrestata. E non solo per motivi di ordine geopolitico, per non lasciare cioè campo totalmente libero a una Cina in piena accelerazione in questo campo.
Passati pochi giorni dalla firma dei primi ordini esecutivi di Trump, compresi quelli che hanno bloccato oltre 300 miliardi di dollari di finanziamenti per infrastrutture verdi negli Usa, uno studio realizzato da un’agenzia statistica federale statunitense conferma che nonostante le politiche all’insegna del «drill, baby, drill», nel 2025 in America aumenterà la capacità di rinnovabili (soprattutto grazie al fotovoltaico), il petrolio rispetto al 2024 avrà un incremento tutto sommato non eclatante («dopo aver raggiunto il record annuale di 13,2 milioni di barili al giorno nel 2024, prevediamo che la produzione di greggio degli Stati Uniti aumenterà a 13,5 milioni di b/g quest’anno») mentre continuerà a calare, seppure in modo più lieve, il consumo di gas e carbone.
L’agenzia è la Energy information administration (Eia), fa capo al Dipartimento energia Usa, e quel che dice in generale sulla produzione di energia elettrica è che si prevede un aumento del 2% nel 2025 e più o meno della stessa percentuale nel 2026: «Se il consumo di energia elettrica crescesse in ciascuno dei prossimi due anni – scrivono gli analisti dell’agenzia statunitense – segnerebbe il primo triennio di crescita consecutiva dal 2005-07, anche se questo risultato potrebbe essere influenzato in modo significativo dalle condizioni meteorologiche». In questo contesto, prevedono sempre gli analisti della Eia, le utility e i produttori indipendenti di energia aggiungeranno 26 GW di capacità fotovoltaica nel 2025 e 22 GW nel 2026: «Prevediamo che queste aggiunte di capacità sosterranno l’aumento della generazione solare statunitense del 34% nel 2025 e del 17% nel 2026».
Il cambio di guardia alla Casa bianca non è indolore, considerando che nel 2024 il nuovo fotovoltaico ha toccato la quota record di 37 GW, ma se le previsioni della Eia per quest’anno saranno confermate, si tratterebbe comunque di una quota di quasi 10 GW superiore rispetto al dato registrato nel 2023. Non solo. La Solar energy industries association (Seia) e Wood Mackenzie hanno condotto analoghi calcoli e arrivano però a un risultato maggiormente favorevole al solare: i due gruppi hanno infatti previsto che gli Stati Uniti installeranno almeno 43 GW dal 2025 in poi, raggiungendo quasi 450 GW di installazioni cumulative entro la fine del 2029. Non solo, di nuovo. Benché le prospettive delineate dalla Eia siano più restrittive, l’eolico farebbe registrare un segno più non solo rispetto al 2023, ma anche rispetto all’anno scorso. La capacità delle turbine dovrebbe infatti aumentare di circa 8 GW nel 2025 e di 9 GW nel 2026, con un leggero incremento dunque rispetto ai 7 GW aggiunti nel 2024. Sempre secondo l’Eia, l’aumento della generazione di energia da fonti rinnovabili farà calare il gas naturale del 3% nel 2025 e di un altro 1% nel 2026. La generazione da carbone, secondo le previsioni, diminuirà dell’1% nel 2025, mentre aumenterà leggermente nel 2026 a causa dei previsti aumenti dei costi del gas naturale.