Rinnovabili, a Firenze è nata una coalizione ecologista per dare voce alla maggioranza silenziosa
Sabato 11 gennaio, la Casa del Popolo dell'Isolotto in via Maccari a Firenze ha ospitato un evento che potrebbe segnare una svolta per l'ecologismo non solo in Toscana ma potenzialmente anche a livello nazionale.
Per la prima volta, una coalizione di associazioni con obiettivi diversificati, ma accomunate dall'impegno ecologico, ha unito le forze con l'intento di cambiare radicalmente l'approccio politico alle questioni climatiche.
Secondo un recente sondaggio del Censis, la preoccupazione climatica supera perfino le ansie per la guerra, la sanità e la povertà, evidenziando quanto i cittadini italiani siano sensibili alla causa ambientale.
E, da tempo, tutte le inchieste di opinione ci dicono che la maggioranza del Paese è pronta ad accettare le energie rinnovabili, desiderando, ad esempio, installare pannelli solari sui propri tetti, ma rimane spesso bloccata da una burocrazia asfissiante.
Grazia Galli, di Progetto Firenze, ha sottolineato durante l'incontro: «Questo ci siamo riproposti di fare con questa nostra iniziativa: dare la parola alla maggioranza silenziosa che vuole una svolta rinnovabile, che non ha paura del cambiamento, e che sente l'urgenza di rispondere al disastro climatico».
La politica ora si trova di fronte a una scelta cruciale: seguire fino in fondo le indicazioni europee rispettando tempi e numeri, oppure continuare a farsi bloccare dai timori, seppur meritevoli di rispetto, di minoranze un po' aggressive e che trovano larga sponda nei mass media.
La discussione del resto ha aperto a soluzioni innovative per venire incontro alle esigenze dei territori, come il crowdfunding a beneficio dei cittadini locali, e la partecipazione attiva delle amministrazioni o delle aziende partecipate negli assetti azionari legati ai progetti energetici, promuovendo infrastrutture che non solo generano energia pulita, ma offrono anche servizi al territorio, come sensori antincendio e stazioni di ricarica per veicoli elettrici.
Fare dei parchi eolici percorsi turistici, escursionistici e didattici, allearsi all'agrivoltaico contro le devastanti ondate di calore estive che distruggono alcune coltivazioni, necessitanti di ombreggiatura e di contrastare la disidratazione, e molto altro: le preoccupazioni sono legittime ma le risposte ci sono.
Un altro punto su cui possiamo lavorare insieme, associazioni, imprese, istituzioni locali, è il destino degli introiti fiscali derivanti dalla vendita dell'energia prodotta dai grandi impianti rinnovabili.
Coalizziamoci per proporre un ritorno più significativo di questi fondi ai comuni e alle regioni, magari chiedendo di destinare loro una quota dell'introito Iva, per aumentare ulteriormente l'accettabilità sociale di questo processo.
Insomma, con un pizzico di coraggio in più ci sono tutte le basi per migliorare questo provvedimento che andrà a giorni in Consiglio regionale, perché la Toscana senza aree idonee per l'eolico, che comprime l'agrivoltaico, che tiene ancora bloccato il fotovoltaico sui tetti, non è la Regione d'avanguardia che tutti noi vorremmo vedere.
E comunque, cari politici, fatevi anche due conti: con l'introduzione dal primo gennaio di quest'anno dei prezzi zonali al posto del Prezzo unico nazionale (Pun) per l’energia elettrica, che porterà a un aumento delle bollette nelle regioni meno attive nelle rinnovabili, e ad un risparmio per quelle più coraggiose, appare evidente che il vantaggio, sia economico che elettorale, si trova chiaramente dalla parte del cambiamento ecologico.