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Sardegna, Elettricità futura e Anie chiedono al Governo d’impugnare la legge sulle aree idonee

Secondo l’intera filiera elettrica nazionale rappresentata in seno a Confindustria presenta «forti profili d’illegittimità costituzionale»
 |  Nuove energie

Le due associazioni confindustriali che insieme rappresentano l’intera filiera elettrica nazionale – Elettricità futura e Federazione Anie – hanno chiesto al Governo Meloni d’intervenire affinché vengano «dichiate illegittime» le disposizioni contenute nella legge approvata nei giorni scorsi dalla Regione Sardegna sulle aree idonee agli impianti rinnovabili, legge che presenta «forti profili di illegittimità costituzionale».

Tale legge infatti abroga la moratoria di 18 mesi all’installazione di nuovi impianti rinnovabili, decisa quest’estate sempre dalla Giunta sarda, ma ne ricalca gli effetti pratici dato che circa il 99% del territorio regionale risulta oggi area non idonea alle energie pulite. Il Governo aveva già deciso d’impugnare la moratoria – l’udienza relativa al giudizio di incostituzionalità era fissata al 14 gennaio 2025 – e oggi le associazioni d’impresa chiedono di replicare la stessa strada nei confronti della legge regionale n. 20 del 5 dicembre 2024, che a sua volta ha abrogato la moratoria.

«Anche le nuove disposizioni normative, confliggenti con le norme e i principi fondamentali dell'ordinamento nazionale ed eurounitario, vengano dichiarate illegittime», scrivono adesso da Confindustria nella missiva indirizzata ai ministri Calderoli (Affari regionali) e Pichetto (Ambiente). Ddel resto, non è una sorpresa: anche secondo gli ambientalisti – come già spiegato su queste colonne da Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto club – la legge Todde non sopravviverà alla Corte costituzionale.

Redazione Greenreport

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