Manovra e rinnovabili, Aceper: «Solo l’1,6% dei fondi stanziati raggiunge le imprese»
Soltanto l’1.6% dei fondi stanziati dal governo in occasione della manovra finanziaria viene effettivamente utilizzato dalle imprese italiane che in questo modo faticano a investire sull’energia rinnovabile e a installare impianti fotovoltaici. A denunciarlo è Veronica Pitea, presidente di Aceper (Associazione dei consumatori e produttori di energie rinnovabili). «Oggi l’Italia si trova a fare i conti con un’incredibile discrepanza tra fondi stanziati e fondi effettivamente utilizzati. Ben 12,7 miliardi di euro sono stati destinati al sostegno delle imprese per la Manovra, ma solamente 413 aziende hanno fatto richiesta, facendo sì che, secondo il nostro database, solo l’1,6% delle risorse disponibili sia stato effettivamente erogato», ha specificato Pitea. Si ripresenta dunque il problema dell’eccessiva burocratizzazione dei processi che da tempo ormai affligge e penalizza i piccoli e medi imprenditori italiani. «Noi di Aceper chiediamo da tempo una semplificazione di tutti questi iter. Si tratta di una complessità che non solo rallenta l’accesso ai fondi, ma scoraggia molte aziende fin dall’inizio che ci pensano due volte prima di presentare la relativa domanda».
In un periodo in cui l’innovazione è sempre più importante per essere competitivi e in Ue quasi tutte le imprese sono all’avanguardia e riescono a ottenere certificazioni di sostenibilità, l’Italia risulta ancora molto indietro. Una delle proposte più urgenti che l’Associazione mette sul tavolo è quella di semplificare le regole e alzare le percentuali di risorse utilizzabili per ogni impresa, permettendo a un numero maggiore di aziende di accedere ai fondi. Inoltre, spiega Aceper, è necessario migliorare la cumulabilità con altri incentivi, come quelli previsti dal Piano Industria 4.0, che potrebbe rivelarsi una chiave di svolta per favorire una maggiore adozione dei fondi. «Un aspetto particolarmente controverso è l’esclusione delle macchine alimentate da fonti fossili dai finanziamenti. Questo criterio, pensato per incentivare l’uso di tecnologie sostenibili, ha però rallentato l'accesso ai fondi in alcuni settori industriali. Un allentamento di questo vincolo potrebbe facilitare una transizione più morbida verso l'utilizzo di tecnologie green, anziché bloccare radicalmente l'avanzamento tecnologico delle aziende che non sono ancora pronte a fare un salto così grande».
L’auspicio dell’associazione è che la proposta di legge presentata lo scorso 19 ottobre 2024 al Senato risulti decisiva per cambiare le carte in tavola. «Speriamo che con questa proposta che è stata già presentata si possano riscrivere i destini del Piano Transizione 5.0. In un momento in cui l'economia globale si muove a ritmo serrato, l'Italia deve essere in grado di rispondere con prontezza, flessibilità e innovazione. Semplificare l'accesso ai fondi e renderli più inclusivi e adattabili alle esigenze reali delle imprese rappresenta una delle sfide più importanti per sostenere la crescita e la competitività del Paese», conclude la presidente di Aceper.