Nucleare, 19 anni per realizzare una centrale ed emissioni quadruple rispetto all’eolico
In questi giorni la Corte di giustizia dell’Ue sta esaminando la causa avanzata dall’Austria – una analoga, ora in sospeso, è stata messa in campo anche da Greenpeace – contro la decisione della Commissione Ue d’includere nucleare e gas fossile nella tassonomia europea nata per consentire agli investitori di classificare chiaramente i prodotti finanziari sostenibili.
I criteri della tassonomia non proibiscono nulla ma hanno comunque l’importante compito di rappresentare una guida per gli investitori, i governi, le imprese, influenzando l’allocazione non solo degli investimenti pubblici ma anche di quelli privati verso il flusso delle risorse verso progetti considerati come sostenibili e dunque più sicuri. È il caso di gas fossile e nucleare? Un nuovo studio promosso da Greenpeace Germania conferma la risposta negativa.
Poiché il gas fossile è una fonte significativa di emissioni di gas serra (dalla sua estrazione, trasporto, stoccaggio e utilizzo), accelera l'emergenza climatica e secondo lo studio non dovrebbe essere etichettato come sostenibile. Al contempo l'energia nucleare impiega troppo tempo per diventare operativa (da 10 a 19 anni a livello globale, coi siti Ue verso il limite superiore), troppo lentamente per offrire una soluzione alla crisi climatica e distoglie al contempo risorse vitali dalle energie rinnovabili, che possono essere rapidamente impiegate, prolungando così a sua volta l’impiego di combustibili fossili; a questi problemi s’aggiunge la generazione di rifiuti radioattivi, un problema al quale ancora non esiste una risposta definitiva (men che meno in Italia, che ha rimandato l’operatività del Deposito nazionale al 2039), e pone il nucleare non in linea con gli obiettivi dichiarati dalla stessa tassonomia dell'Ue. Complessivamente, durante l’intero ciclo di vita, lo studio stima che le emissioni di gas serra di una centrale nucleare siano 4 volte più alte rispetto all’eolico onshore e il doppio rispetto al solare.
«Etichettare il gas fossile e il nucleare come investimenti sostenibili è irresponsabile dal punto di vista ambientale, finanziario e sociale – commenta Ariadna Rodrigo di Greenpeace Germania – Le persone soffrono ogni giorno per inondazioni estreme, siccità e altri impatti devastanti della crisi ambientale e climatica. Il greenwashing di queste energie dannose ostacola e rallenta la transizione energetica e mina gli obiettivi climatici dell'Ue. Non abbiamo tempo da perdere, governi e investitori dovrebbero dare priorità alle soluzioni reali come l'energia rinnovabile e l'efficientamento delle case, che possono ridurre l'inquinamento e le bollette delle persone, proprio ora».