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A settembre dalle rinnovabili il 40,1% della domanda elettrica italiana, ma ancora poche installazioni

Terna: «Nel 2024 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 5.340 MW». Per rispettare i target di decarbonizzazione al 2030 servirebbero circa +12 GW l’anno
 |  Nuove energie

La società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, Terna, ha comunicato oggi i dati relativi a settembre, documentando che le fonti rinnovabili hanno coperto il 40,1% della domanda elettrica mensile (era 38,4% a settembre 2023).

In diminuzione la fonte termica (-5%): continua il calo della quota di produzione a carbone, -70,4% rispetto allo stesso mese del 2023, quando persisteva ancora la coda della crisi energetica. In crescita anche la fonte idrica (+6,9%) – con una sostanziale differenza tra il nord e il centro sud del Paese in termini di disponibilità idrica –, mentre l’incremento della produzione del fotovoltaico (+7%, +209 GWh) è dovuto al contributo positivo dell’aumento di capacità in esercizio (+680 GWh) che ha compensato il minor irraggiamento (-471 GWh). In diminuzione la fonte eolica (-1,8%, a causa della scarsità di vento) e geotermica (-5,2%).

Le installazioni di nuovi impianti rinnovabili crescono, ma ancora troppo poco per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, per i quali servirebbero al Paese circa +12 GW l’anno, mentre al ritmo attuale il 2024 si chiuderà con circa +7,1 GW.

Nel 2024 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata infatti di 5.340 MW (+33%), informa infatti Terna. Complessivamente, al 30 settembre in Italia si registrano 74,5 GW di potenza installata da fonti rinnovabili, di cui, nel dettaglio, 35,1 GW di solare e 12,8 GW di eolico: in base agli impegni confermati dal ministro Pichetto nel corso della Cop28, lo scorso anno, l’Italia al 2030 dovrebbe addirittura triplicare la capacità installata, ovvero installare +140 GW nei rimanenti 6 anni alla scadenza.

Guardando al bicchiere mezzo pieno, da gennaio a settembre di quest’anno le fonti rinnovabili hanno comunque coperto il 43,1% del fabbisogno elettrico nazionale, rispetto al 36,6% dei primi nove mesi del 2023.

Più in generale, i dati Terna mostrano che nel mese di settembre il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato pari a 25,4 miliardi di kWh, in diminuzione dell’1,3% rispetto allo stesso mese del 2023, mentre nei primi nove mesi dell’anno il fabbisogno nazionale è in crescita del 2,1% rispetto al corrispondente periodo del 2023 (+1,1% il valore rettificato).

L’indice Imcei elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, si attesta a -3,2% rispetto a settembre 2023; in crescita invece l’indice Imser che Terna pubblica sulla base dei dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione (E-Distribuzione, Unareti, A-Reti, Edyna e Deval), che ha fatto registrare, nel mese di luglio 2024, una variazione positiva del 3,7% rispetto a luglio 2023.

Tornando al bilancio mensile di Terna, lo scorso mese la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’85,8% dalla produzione nazionale e per la quota restante (14,2%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile risulta pari a 3,6 TWh, l’1,2% in meno rispetto a settembre 2023. A livello progressivo, da gennaio a settembre 2024, l’import netto è in aumento del 3,4% rispetto ai primi nove mesi del 2023.

Redazione Greenreport

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