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Si avvicina l’obiettivo globale di triplicare le installazioni, la Cina in testa

Accelera la corsa delle rinnovabili nel mondo, entro il 2030 produrranno la metà dell’elettricità

Birol (Iea): «Offrono l'opzione più economica per installare nuove centrali elettriche in quasi tutti i Paesi»
 |  Nuove energie

Mentre il Governo Meloni col ministro Pichetto continua a farneticare di energia nucleare – rimandando al 2039 la necessaria costruzione del Deposito nazionale per i rifiuti radioattivi –, mentre la Sardegna rivendica di voler rendere inidoneo alle fonti rinnovabili il 99% del proprio territorio, e mentre la Confindustria rinnega il Green deal, nel resto del mondo le rinnovabili continuano a correre. Sempre più veloce, perché conviene al portafogli oltre che al clima.

È quanto emerge con forza dal nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia, Renewables 2024 - Analysis and forecast, che fornisce previsioni sulla diffusione delle tecnologie per l'energia rinnovabile nei settori dell'elettricità, dei trasporti e del riscaldamento fino al 2030.

Considerando le politiche e le condizioni di mercato esistenti, lo scenario principale vede l'entrata in funzione di 5.500 GW di nuova capacità rinnovabile entro la fine di questo decennio: significherebbe aumentare la capacità installata di 2,7 volte rispetto al 2022, poco al di sotto dell’impegno siglato dai vari Paesi del mondo – Italia compresa – durante la Cop28 svoltasi nel 2023, ma la Iea sottolinea che «soddisfare pienamente l'obiettivo di triplicazione è del tutto possibile se i governi colgono opportunità di azione a breve termine». Come però non sta facendo l’Italia, dove il ritmo d’installazione è ancora troppo lento.

A livello internazionale i due principali fattori trainanti sono il fotovoltaico, che rappresenterà l’80% della crescita entro il 2030, e la Cina che sta consolidando la sua leadership, proiettata a coprire il 60% dell’espansione globale. Ciò renderebbe la Cina sede di quasi la metà della capacità energetica rinnovabile totale del mondo entro la fine di questo decennio, anche se oggi è l'India che sta crescendo al ritmo più rapido tra le principali economie.

«Le energie rinnovabili si stanno muovendo più velocemente di quanto i governi nazionali possano stabilire obiettivi. Ciò è dovuto principalmente non solo agli sforzi per ridurre le emissioni o aumentare la sicurezza energetica, ma sempre di più al fatto che oggi le energie rinnovabili offrono l'opzione più economica per installare nuove centrali elettriche in quasi tutti i paesi del mondo – commenta il direttore esecutivo della Iea, Fatih Birol –  Da qui al 2030, il mondo è sulla buona strada per aggiungere più di 5.500 GW di capacità di energia rinnovabile, all'incirca pari all'attuale capacità energetica di Cina, Ue, India e Usa messi insieme. Entro il 2030, ci aspettiamo che le energie rinnovabili soddisfino metà della domanda globale di elettricità». E cambierà decisamente anche il mix energetico totale: l’approto delle rinnovabili al consumo finale di energia «aumenterà fino a quasi il 20% entro il 2030, rispetto al 13% del 2023».

Le prospettive per le rinnovabili sono dunque radiose, ma in una crescita così vorticosa non mancano le difficoltà da affrontare. In primo luogo, il rapporto sottolinea la necessità che i governi intensifichino i loro sforzi per integrare in modo sicuro fonti rinnovabili intermittenti come solare fotovoltaico ed eolico nei sistemi energetici, aumentando la flessibilità del sistema elettrico, tramite «uno sforzo concertato per affrontare le incertezze politiche e semplificare i processi di autorizzazione, nonché costruire e modernizzare 25 milioni di chilometri di reti elettriche e raggiungere 1.500 GW di capacità di stoccaggio entro il 2030». Del resto anche considerando i costi di sistema, stima sempre la Iea, le rinnovabili restano l’opzione più economica per produrre elettricità – rispetto sia ai combustibili fossili sia al nucleare – entro il 2030 come al 2050.

Inoltre, nonostante un’elettrificazione in crescita, per raggiungere gli obiettivi climatici internazionali occorre accelerare significativamente anche l'adozione di biocarburanti sostenibili, biogas, idrogeno ed e-fuel; al contrario di quanto sta accadendo sul fronte dell’elettricità, questi combustibili rimangono però più costosi delle loro controparti fossili, il che comporta mettere in campo migliori politiche a sostegno del loro sviluppo.

Infine,  affinché la transizione ecologica sia anche giusta, la diffusione delle energie rinnovabili deve portare con sé un sensibile aumento dei posti di lavoro a livello locale. Non è un risultato scontato, in assenza di politiche industriali adeguate: produrre pannelli solari negli Stati Uniti costa tre volte di più che in Cina ad esempio, e in India il doppio. La Iea prevede che la capacità di produzione solare globale supererà 1.100 GW entro la fine del 2024, più del doppio della domanda prevista. Una sovrabbondanza d’offerta concentrata in Cina, che da un lato ha sostenuto un calo dei prezzi dei moduli – che si sono più che dimezzati dall'inizio del 2023 – ma questo significa anche che molti produttori stanno subendo grandi perdite finanziarie.

«I decisori politici – conclude la Iea – dovrebbero considerare come trovare un equilibrio tra i costi aggiuntivi e i benefici della produzione locale, soppesando priorità chiave come la creazione di posti di lavoro e la sicurezza energetica».

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Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.