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Rifiuti nucleari nelle miniere dismesse della Sicilia? Sogin smentisce

«Nessuna scelta è stata fatta riguardo all’area dove realizzare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi». Ma nel frattempo il Governo insiste sul riportare in Italia l’energia nucleare
 |  Nuove energie

In relazione ad alcune uscite apparse nel fine settimana sulla stampa locale della regione Sicilia è direttamente Sogin – la società di Stato impegnata nelle attività di decommissioning (smantellamento) degli impianti nucleari in Italia – a escludere l’ipotesi, sottolineando che «nell’elenco delle 51 aree presenti nella proposta di Carta nazionale delle aree idonee (Cnai), pubblicata dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica il 13 dicembre 2023, non rientrano i siti delle due miniere siciliane dismesse di Pasquasia (Enna) e Bosco Palo (Caltanissetta)».

Anzi, come rimarca la società le due aree «sono state subito escluse» sulla base dei criteri tecnici indicati nella guida tecnica n. 29 che guidano il lavoro di Sogin.

«Si precisa inoltre – concludono dalla Sogin – che non vi è alcuna preferenza fra le aree contenute nella proposta di Cnai e, ad oggi, nessuna scelta è stata fatta riguardo all’area dove realizzare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e parco tecnologico. La procedura di selezione dell’area dove realizzare il Deposito nazionale è tuttora in corso e la proposta di Cnai dovrà tener conto dei risultati della Valutazione ambientale strategica (Vas)».

Il problema è che proprio nessuno, dopo lustri di dibattito, ancora oggi sa dove potrà essere localizzato il necessario deposito, dove saranno stoccati 78mila metri cubi di rifiuti radioattivi a bassa e molto bassa intensità e temporaneamente 17mila a media e alta intensità, in attesa che a livello europeo si costruisca un impianto centralizzato.

L’ad di Sogin ipotizza che il luogo non sarà noto fino almeno al 2027, ovvero alla scadenza del Governo Meloni, mentre il ministro Pichetto parla addirittura di pagare all’infinito Francia e Inghilterra per gestire le nostre scorie ad alta radioattività, mentre al contempo si vanta però di voler riportare centrali nucleari nel nostro Paese. Senza di fatto sapere come gestire neanche l’eredità delle vecchie, e ponendo crescenti ostacoli normativi sulla diffusione delle uniche fonti energetiche su cui può realisticamente basarsi la transizione ecologica: le rinnovabili.

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.