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Corrado (Pd), la strada della competitività per l’Italia passa dallo sviluppo delle fonti rinnovabili

«La politica deve prendersi la responsabilità di saper gestire anche i conflitti quando ci sono, e di saper mettere insieme le istanze diverse»
 |  Nuove energie

Si è conclusa a Reggio Emilia la Festa del Partito democratico, con una sala gremita per ascoltare quali proposte e strumenti è urgente mettere in campo per costruire una conversione ecologica in grado di sanare le ferite ambientali e sociali del Paese e in grado di rilanciare economia e competitività.

Il tema clou è quello dell’energia, toccato anche oggi a piene mani dall’ex presidente Mario Draghi, che ha presentato in Ue l’attesissimo rapporto su come accelerare la competitività del Vecchio continente.

«La crisi gas ci dice anche questo, se noi non siamo indipendenti non riusciamo ad essere competitivi – spiega la responsabile Conversione ecologica del Pd, nel suo intervento reggiano – La strada è quella delle rinnovabili, dell’efficienza energetica, dell’economia circolare. Ma il problema è che adesso dobbiamo fare bene, dobbiamo fare presto, e per fare presto però in assenza di una strategia perché il governo Meloni non sta facendo assolutamente niente da questo punto di vista».

Anzi: il Governo Meloni sta contribuendo a complicare il quadro autorizzativo, dal decreto Agricoltura a quello Aree idonee, passando dal dal Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) fino al Testo unico sulle rinnovabili.

«Noi pensiamo – conclude Corrado – che le rinnovabili siano la scelta giusta, l’unica scelta che abbiamo, che vadano fatte, che vadano fatte bene, che vadano fatte a tutti i livelli gli impianti piccoli, l’autoconsumo collettivo, le comunità energetiche, gli impianti medi, e anche gli impianti grandi gli impianti di taglia industriale, l’eolico, l’eolico offshore, il fotovoltaico. Insomma sono strumenti fondamentali, vanno fatti e gli enti locali, la politica, deve prendersi la responsabilità di saper gestire anche i conflitti quando ci sono e di saper mettere insieme le istanze diverse. Noi su questo stiamo facendo un lavoro interno molto importante, stiamo facendo riunioni e confronti per trovare le migliori modalità ma per dire forte e chiaro che noi siamo per la transizione energetica, per le fonti rinnovabili».

Un tema particolarmente spinoso anche tra le forze del cosiddetto “campo largo”, come mostra in primo luogo la moratoria sui nuovi impianti rinnovabili nella Sardegna dilaniata dalla siccità. Il tempo per arrivare a una sintesi è sempre di meno: entro gennaio le Regioni sono chiamate dal decreto Aree idonee – col quale il Governo Meloni ha scaricato ogni responsabilità agli enti locali – ad avanzare le proprie proposte sulle aree in grado di ospitare nuovi impianti rinnovabili.

Luca Aterini

Luca Aterini, toscano, nasce settimino il 1 dicembre 1988. Non ha particolari talenti ma, come Einstein, si dichiara solo appassionatamente curioso: nel suo caso non è una battuta di spirito. Nell’infanzia non disegna, ma scarabocchia su fogli bianchi un’infinità di mappe del tesoro; fonda il Club della Natura, e prosegue il suo impegno studiando Scienze per la pace. Scrive da sempre e dal 2010 per greenreport, di cui è oggi caporedattore.