
L'inquinamento della Terra (e della pianura Padana) visto dallo spazio

Dal suo lancio nel 2004, la missione spaziale Aura ha monitorato i trend delle emissioni di biossido di azoto (NO2) – prodotto soprattutto dalla combustione dei combustibili fossili - nel nostro pianeta e ha osservato cali degli inquinanti Stati Uniti e in Europa, mentre invece registrava aumenti significativi in alcuni Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Cina.
Le principali fonti di inquinamento da NO2 sono s i gas di scarico dei veicoli a motore e le centrali elettriche a carbone e, in alcune condizioni, questo pericoloso gas climalterante promuove la produzione di ozono a livello del suolo, che è un grave irritante delle vie respiratorie.
In un servizio dedicato alla missione, la Bbc spiega che gli scienziati che lavorano con lo strumento OMI montato su Aura «hanno analizzato l'intero periodo 2005-2014, e hanno presentato i loro risultati al Fall Meeting dell’American Geophysical Union, il più grande raduno mondiale annuale di scienziati della Terra», ne è venuto fuori che gli USA e l’Europa restano i maggiori emettitori di NO2, ma hanno anche fatto grandi progressi nel contrastare questo problema: «Durante il periodo di studio, i livelli sono scesi del 20 - 50% in Nord America e fino al 50%. in Europa».
I ricercatori dicono che la principale causa di questo declino nelle emissioni di NO2 è senz’altro la legislazione, insieme a miglioramenti tecnologici.
Nella serie di mappe dei trend che pubblichiamo, prodotte dal team Omi, le riduzioni sono evidenziate in blu. Le aree rosse invece denotano un aumento delle emissioni di NO2, arre che sono più evidenti nei Paesi in via di sviluppo e che dilagano in Cina, soprattutto nelle pianura nord-orientale, l’immensa megalopoli che dopo il lancio di Aura e mentre Omi raccoglieva i suoi dati è diventato un importante centro di produzione globale. Ma anche la nostra Pianura Padana è tra le aree “rosse” a forti emissioni del Pianeta, insieme a buona parte dell’Europa settentrionale.
Bryan Duncan, uno scienziato atmosferico della Nasa spiega che in Cina i livelli di biossido di azoto «Sono aumentati del 20-50% negli ultimi 10 anni. E la ragione di questo è che la crescita economica della Cina è alimentata dal suo carbone abbondante e a buon mercato». Ma dalle mappe emergono anomalie anche nel trend cinese: a Pechino e Shanghai e in alcune delle città del Delta del Fiume delle Perle, compresa Hong Kong, i livelli di NO2 sono calati fino al 40%. Dinca sottolinea che in questi casi «Si tratta di governi locali e regionali che lavorano insieme per ridurre il loro inquinamento e di una nuova classe media benestante che esige aria più pulita». A qualcosa di simile si sta assistendo anche in Sudafrica, dove le emissioni della zona metropolitana di Johannesburg-Pretoria sono in controtendenza rispetto all'aumento nelle città industriali dell’Highveld, nell'altopiano sudafricano.
Negli Usa la tendenza generale al ribasso delle emissioni inquinanti è contraddetta in Stati come il Texas e Nord Dakota, dove è in corso un massiccio sfruttamento di petrolio e gas con la tecnica del fracking. Cosa sta provocando questo aumento di emissioni? Anne Thompson, anche lei della Nasa, ha detto alla Bbc che «Una di queste cose sono semplicemente i macchinari pesanti: i camion e tutti i tipi di veicoli che vengono utilizzati nell'estrazione del petrolio e del gas naturale». Poi c’è il problema del metano che viene estratto insieme al petrolio e che, nel Nord Dakota occidentale, viene bruciato nelle torce degli impianti petroliferi. Per scoprire le fonti di questo tipo di inquinamento, gli scienziati hanno guardato le immagini da un altro satellite, Suomi, che fotografa le luci notturne e quindi identifica facilmente dallo spazio le aree dove è più attivo il flaring, la pratica di bruciare il gas indesiderato.
Uno dei casi più interessanti e preoccupanti è quello del Medio Oriente: dal 2005 in poi in Paesi come l’Iraq sono notevolmente aumentate le emissioni di NO2, presumibilmente a causa della crescita economica in atto dopo anni di guerre petrolifere. In Siria, invece, le emissioni di NO2 sono in calo, a causa del crollo dell’economia e dell'emigrazione di massa innescata prima dalla guerra civile e poi dalla costituzione dello Stato Islamico/Daesh. Non a caso si registrano picchi di emissioni di NO2 in Paesi confinanti con la Siria, come il Libano e la Turchia, dove sono andati molti dei profughi. Sarebbe estremamente interessante capire quanto le aree petrolifere controllate dallo Stato Islamico/Daesh contribuiscano alle emissioni in Medio Oriente, probabilmente servirebbe anche a vedere quale siano le reali entrate economiche che i jihadisti ricavano dai loro traffici illegali di greggio.
Speriamo che il dominio del Daesh non duri tanto, ma nel prossimo futuro questo potrebbe essere possibile. OMI è attualmente finanziato dai governi olandese e finlandese, ma gli scienziati europei stanno già lavorando al Tropomi, o "Super-Omi", che sarà installato sul satellite Sentinel-5 Precursor che verrà lanciato dall’Ue. Pieternel Levelt dell’ufficio meteorologico olandese ha detto alla Bbc News: «Questo nuovo strumento avrà una risoluzione molto più alta, il che significa 7 per 7km, quindi sei volte migliore. E sarà anche più sensibile, questo ci permetterà di vedere le piccole fonti».
