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Entro 10 anni il Pakistan sarà la terza potenza nucleare del mondo

Le bombe islamiche sono già 120 e in un Paese instabile, in bilico tra Usa e Cina
 |  Nuove energie

Mentre il mondo temeva che l’Iran costruisse la bomba islamica, il Pakistan – un Paese ostaggio dell’integralismo sunnita e dei servizi segreti militari - realizzava 20 ogive nucleari all’anno e ora  gli esperti temono che proprio dall’instabile regime di Islamabad, in bilico tra l’alleanza con gli Usa e la Cina, venga un’accelerazione della corsa agli armamenti sostenuta da un nucleare civile sempre più a rischio terremoti e calamità naturali.

Il nuovo rapporto “A Normal Nuclear Pakistan” pubblicato dallo Stimson Center e dalla Carnegie Endowment for International Peace, evidenzia che il Pakistan sta accrescendo continuamente il suo arsenale nucleare per prepararsi ad un possibile attacco del suo nemico di sempre: l’India, che dal canto suo continua a costruire centrali nucleari e armi atomiche. India e Pakistan non fanno parte del club nucleare (Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) e se ne fregano del Trattato di non proliferazione nucleare, al quale invece aderisce l’Iran “sanzionato”.

A la fine del XX secolo il confronto/scontro al confine tra India e Pakistan aveva prodotto un bel numero di bombe atomiche realizzate grazie alle tecnologie sovietiche e occidentali e il Pakistan, nonostante l’alleanza con gli Usa,, aveva fornito assistenza anche alla Corea del nord per fabbricare la bomba atomica.

Secondo Toby Dalton e Michael Krepon, autori di “A Normal Nuclear Pakistan”, Islamabad ha superato  New Delhi per sviluppo e crescita del potenziale nucleare e oggi il poverissimo e disastrato Pakistan sarebbe in possesso di 120 ogive nucleari contro le 100 dell’India.

Ma i due specialisti americani sono convinti che nei prossimi anni l’arsenale nucleare pakistano crescerà ancora considerevolmente, visto che il Paese ha importanti riserve di uranio che permetterebbero di realizzare ogive nucleari a bassa potenza, mentre l’India ha grandi quantità di plutonio per fabbricare testate nucleari più potenti. Però l’India sta utilizzando la maggior parte delle sue riserve per produrre elettricità.

Dalton e Krepon sono convinti che entro 5 o 10 anni l'arsenale nucleare pakistano potren bbe raggiungere e superare le 350 testate atomiche e il Paese islamico diventerebbe la terza potenza nucleare mondiale dopo Usa e Russia, surclassando Cina, Francia, Gran Bretagna, India e Israele.

I militari d pakistani, veri padroni ed anima nera del Paese, non hanno commentato lo studio americano, ma gli esperti dell’area ne mettono in discussione le conclusioni perché i due ricercatori statunitensi avrebbero supposto che il Pakistan utilizzerà tutte le sue riserve di materiale fissile per fabbricare bombe atomiche. Secondo Mansour Ahmed,un esperto di energia nucleare dell’università Quaid-i-Azam di Islamabad, nei prossimi anni il Pakistan sarebbe in grado di fabbricare “solo” 40 o 50 nuove testate nucleari e, anche se sa bene che i militari pakistani stanno facendo di tutto per accrescere la loro potenza di fuoco nucleare, dice che «Le conclusioni del rapporto sono esagerate. Ma il mondo deve comprendere che l’arma nucleare è una protezione affidabile contro un’aggressione esterna».

Su Ria Novosti, Vladimir Sotnikov dell’istituto di studi orientali dell’Accademia delle scienze russa, dice contro ogni evidenza che «Islamabad è pronta ad aderire al processo di disarmo nucleare, proposto tanto dalla Russia che dagli Usa, ma solo dopo New Delhi», quindi praticamente mai.

Sotnikov evidenzia che «L’India giustifica la sua non adesione con il “fattore cinese”  e il Pakistan con il “fattore indiano"», ma anche lui alla fine concorda con i due americani: «In assenza della possibilità giuridica di fare pressioni sul Pakistan (armato e finanziato sia da Washington che da Pechino, ndr), quest’ultimo raggiungerà la terza posizione entro 5 o 7 anni».

Redazione Greenreport

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